Chiude TeleUnica
Era quasi un appuntamento fisso delle 19, quasi all’ora di cena: “Sentiamo le notizie di TeleUnica”. Partivano la sigla e i titoli. I giornalisti che si avvicendavano, volti ormai noti, ci informavano su quanto accadeva nel nostro territorio.
E poi c’erano le rubriche di approfondimento, le inchieste, i documentari (bellissime le trasmissioni degli amici che conducevano “Itinerari”, in giro per i monti e le nostre valli) e soprattutto l’attenzione alle realtà locali.
Il nostro Angelo Gandolfi, qualche giorno fa, è stato uno degli ospiti a “Primo PIano”, la rubrica di Teleunica, condotta da Katia Sala e Fabio Panzeri.
Ed è stata proprio il direttore editoriale del gruppo, Katia Sala, all’inizio del consueto telegiornale delle 19 del 20 dicembre, ad annunciare che Tele Unica, storica emittente del territorio, spegnerà le proprie frequenze e la cessazione dell’attività con la conclusione del 2018.
La decisione arriva dopo il crollo del 2016 del gruppo Filca, che faceva capo a Giacomo Fumeo e che possedeva l’80% delle due reti televisive. I primi segni della crisi si registrarono già nel 2015 con la chiusura del settimanale “La Gazzetta di Lecco”; inoltre, da circa un anno, TeleUnica ha unificato i notiziari, da sempre divisi, di Lecco e Sondrio.
La notizia era quasi nell’aria ma sentirla in diretta è un duro colpo per tutti. Il territorio di Lecco perde una voce autonoma, rappresentativa e molto seguita dalla cittadinanza che costantemente ha saputo valorizzare la corretta informazione e dare risalto alle notizie più importanti per le nostre comunità. La cessazione di questo servizio rappresenta un momento triste per tutto il settore dell’informazione e ci auguriamo che ci possa essere la possibilità di ripartire al più presto attraverso disponibilità provenienti dal mondo dei network o da investitori privati.
Katia Sala ha così spiegato i motivi della chiusura:
Da oltre trent’anni Teleunica entra nelle vostre case per raccontare i fatti Tele Unica cesserà la propria attività con l’inizio del 2019. I motivi sono di natura strutturale, che riguardano l’intero comparto delle tv locali, ma anche la recente storia dell’emittente. Una crisi di liquidità a causa dei gravi ritardi nell’erogazione dei contributi degli anni 2016 e ’17. Da sempre i fondi statali a sostegno del settore radiotelevisivo italiano privato locale rappresentano un elemento significativo nei conti economici delle aziende del comparto. Con i nuovi criteri introdotti dal Ministero dello Sviluppo economico tutti gli operatori avevano fiducia nell’erogazione, ma è stata una pia illusione. A luglio di quest’anno sono state pubblicate le graduatorie: Tele Unica era collocata all’81° posto con un contributo pari a 416mila euro, un risultato importante perché i fondi sono assegnati alle prime cento, e anche la certificazione che Tele Unica è in possesso dei requisiti fondamentali, ovvero il numero dei dipendenti, dei giornalisti professionisti, della qualità del prodotto. La graduatoria è diventata definitiva lo scorso ottobre solo per il 50% dei fondi. Il resto verrà erogato soltanto fra qualche mese, il tutto senza che ci siano informazioni sulle tempistiche delle graduatorie per il 2017.
Difficile se non impossibile poter effettuare un’adeguata programmazione finanziaria nel medio e breve termine. Questa situazione è stata acuita dalla stretta creditizia delle banche per la crisi di Filca Cooperative. Da sottolineare la difficoltà dell’attuale compagine di Tele Unica nell’assicurare investimenti a medio termine necessarie ad attuare l’adeguata raccolta pubblicitaria. Un’occasione persa per il territorio. Riteniamo di avere attuato tutte le misure necessarie a gestire le difficoltà emerse, informando i rapresentanti di istituzioni, politica e associazioni imprenditoriali di Lecco e Sondrio; un percorso condotto prima in via informale e poi su distinti tavoli istituzionali.
Ai prefetti di Lecco e Sondrio va il nostro riconoscimento. L’obiettivo era assicurare continuità all’attività dell’emittente, individuando una cordata imprenditoriale disposta a subentrare nella compagine societaria o nella gestione aziendale. I curatori del fallimento di Filca Cooperative hanno dato piena disponibilità a individuarle. Avevamo confidato in un esito positivo, perché parliamo di due province tra le più densamente popolate dal numero e dalla qualità di aziende; e perché, in un momento difficile per il Paese, i presupposti sembravano alla portata degli imprenditori di successo che hanno sviluppato nel Lecchese e nella Valtellina le loro attività. Sono stati espressi riconoscimenti per la qualità e l’attenzione della nostra attività a favore dei cittadini, ma se sono qui a comunicarvi l’imminente chiusura è perché, nonostante l’impegno profuso, i tentativi e gli sforzi messi in campo non hanno portato a un esito positivo. A noi sembra un’occasione persa per i nostri territori».
Al termine, il ringraziamento a tutti coloro che nel corso di questi anni hanno portato avanti l’emittente con sede in via Fiume, tra notizie, approfondimenti, inchieste, sport, eventi, documentari e soprattutto attenzione alle realtà locali.
Anche noi di UPper vogliamo pubblicamente ringraziare Teleunica e tutti i suoi collaboratori per il servizio di informazione quotidiana, per la professionalità e indipendenza con la quale hanno svolto la loro attività.
A Katia e Simona Sala, a tutto il team di TeleUnica, la stima e il ringraziamento per aver garantito nel nostro territorio, e per un lungo periodo, un’informazione corretta e plurale: merce rara di questi tempi.
Adesso le telecamere si spengono e le nostre comunità locali avranno meno strumenti per conoscere e comprendere la realtà che ci circonda. Innumerevoli le ragioni che stanno uccidendo giornali ed emittenti radiotelevisive, ma possiamo azzardare una sintesi estrema. Le istituzioni pubbliche e i soggetti economici non hanno tra le loro priorità la promozione della cultura, anzi, poco o nulla disponibilità a garantire zone franche dove esercitare il diritto all’informazione, soprattutto quando questa è libera, democratica e non asservita esclusivamente agli interessi dei finanziatori.
Il rischio è sotto gli occhi di tutti. Rimarranno grandi network monopolisti, rastrellatori di pubblicità, capaci di muovere le leve delle forze di governo, poco disponibili a concedere autonomia e responsabilità professionale agli operatori dell’informazione.
Condivido l’appello del direttore Katia Sala. Come è possibile che un territorio non propriamente indigente come il nostro, non abbia la capacità e il coraggio di impedire che l’unica emittente televisiva locale degna di questo nome cessi i suoi programmi? E’ possibile non avvertire l’esigenza di mantenere, magari con modalità innovative, un mezzo utile per promuovere la nostra provincia in ogni campo, dall’economia alla cultura, dalla socialità al, perché no, marketing turistico?
Mi auguro proprio che su questa vicenda non sia ancora stata scritta la parola fine.
Angelo Gandolfi