Una montagna, un film, “Un sentiero per tutti”
Sabato scorso, sotto l’igloo del Bar Ristoro del Pertüs (ringraziamo Paolo e Cristina per l’ospitalità), è andato in scena il film Un sentiero per tutti, prodotto dall’Associazione Lo Specchio e dalla nostra Associazione UPper Monte Marenzo.
Il film, con la sceneggiatura di Angelo Gandolfi e Sergio Vaccaro, racconta del percorso di media montagna realizzato in questa località, destinato ad accogliere tutti, dal camminatore esperto a chi si sposta con le ruote (disabile o bimbo nel passeggino) e i non vedenti. Un’opera inserita in un ambiente naturale di grande fascino, dove lo sguardo abbraccia le maestose montagne della catena alpina e la pianura che si stende a perdita d’occhio.
Sabato l’anteprima riservata alle tante persone che hanno svolto un ruolo nella realizzazione della pellicola, nonché ai soggetti istituzionali e culturali che hanno espresso l’impegno a promuoverne la più ampia diffusione. Il film verrà presto presentato al pubblico.
Sul film, e non solo, abbiamo ricevuto un ampio e notevole commento dell’amico Luca Rota (lo ringraziamo), che volentieri pubblichiamo.
Le foto dell’evento sono di Giorgio Toneatto.
Una montagna, un film, “Un sentiero per tutti”
Se si prova a chiedere ai frequentatori delle montagne il perché si dedichino con passione a tale pratica, non di rado la risposta che può venirne fuori è che “la montagna è sinonimo di libertà“. Una risposta tanto “facile” quanto profondamente vera: vagare per la Natura ancora incontaminata e sovente intatta dei territori montani, elevandosi sopra la pianura iper-antropizzata, cementificata oltre ogni limite e oppressa dal caos e da una ormai irremovibile cappa di smog, dona sul serio la sensazione di sentirsi “liberi” – almeno dalle cose della vita quotidiana ordinaria e dalle loro regole imposte. D’altro canto, al riguardo non si può non citare Henry David Thoreau e il suo Walden, libro nel quale già 160 e più anni fa il grande pensatore americano diede valore filosofico e letterario allo stare nei boschi e in Natura come pratica antitetica al vivere in città, e certamente oggi la bontà di questa pratica non solo risulta ancora del tutto valida ma pure sempre più necessaria. Tuttavia bisogna rimarcare una cosa, indispensabile: la montagna è sinonimo di libertà ma la libertà, per essere autentica, deve essere disponibile a tutti, dunque tutti devono poter godere delle sensazioni di libertà che la montagna sa donare.
È proprio questo, compendiato in poche parole, lo spirito alla base della realizzazione del Percorso naturalistico ad utenza ampliata tra le località di Forcella Bassa e del Pertüs, nel territorio comunale montano di Carenno (Lecco), uno dei pochi itinerari in quota attrezzati al fine di poter essere percorsi anche da persone con disabilità. In verità compendiare in una definizione così succinta uno spirito tanto grande e importante è cosa che rischia inesorabilmente di apparire banalizzante: serviva di più, molto di più per comprendere meglio – ovvero mai pienamente ma di sicuro in modo più approfondito e consapevole – la bellezza e l’importanza del percorso carennese, e ora ciò che serviva c’è: è Un sentiero per tutti, l’opera filmica corale con cui le associazioni Lo Specchio di Calolziocorte e UPPER – Un Paese per… di Monte Marenzo presentano il percorso, il territorio montano nel quale è inserito e le tante potenzialità offerte da tale prezioso connubio.
Ho scritto che Un sentiero per tutti è un’opera corale: in effetti tante persone hanno contribuito alla sua realizzazione, alle riprese, alla post produzione, al punto che è quasi impossibile citarle senza dimenticare qualcuno; d’altronde mi piace pensare che anche tale coralità artistica sia un segno tangibile e di simile natura, in effetti, di quel concetto espresso poco riguardo la “montagna per tutti”. Le stesse immagini (tra i cui protagonisti non posso non citare almeno Angelo Gandolfi, fondatore di UPPER e vero e proprio pilastro dell’animazione sociale in Val San Martino, Alberto Nava, presidente e animatore de Lo Specchio e Uber Riva, grande campione di sci nautico ipovedente e persona meravigliosa) insieme al montaggio, al parlato, alla colonna sonora e, ovviamente, alla meravigliosa scenografia naturale offerta dai monti della dorsale dell’Albenza, acuiscono la percezione di libertà che il percorso sa offrire a chiunque, cancellando qualsiasi diversità di sorta, unendo ogni escursionista nella sublime armonia naturale del luogo, permettendo veramente a tutti di ritrovare il valore originario del legame tra uomo e Natura che costituisce la base antropologica della nostra stessa civiltà. L’uomo, infatti, ha realmente avviato la propria evoluzione nel momento in cui ha cominciato a esplorare il mondo che aveva intorno, a muoversi in esso, a riconoscerlo, a identificarsi nel suo territorio, a sentirsene parte e, tutt’oggi, il potersi muovere nell’ambiente naturale rappresenta la più efficace pratica di risanamento fisico tanto quanto mentale – pratica peraltro sancita dal notevole successo attuale del turismo “slow” ed ecosostenibile.
Mi verrebbe da aggiungere che ciò vale ancora di più per una persona con disabilità, ma realmente fatico a crearmi in testa una tale ennesima differenziazione tra individui anche riguardo la montagna, un luogo che non solo è sinonimo di libertà ma pure, storicamente, di incontro e unione tra le persone. In effetti anche questa realtà è còlta e ben espressa nel film: un momento significativo in tal senso è stato l’incontro tra i viaggiatori del Viaggio Sulle Orobie della scorsa estate lungo la DOL – Dorsale Orobica Lecchese, e gli escursionisti con varie disabilità accompagnati in loco da Lo Specchio, evento che in Un sentiero per tutti è stato scelto proprio per manifestare la cancellazione, lungo il percorso del Pertüs, di qualsiasi possibile barriera, differenza, diversità. Una cancellazione non solo simbolica: in montagna si torna a essere veramente tutti uguali dacché la montagna, appunto, “libera” tutti da qualsiasi diversità e ci rende allo stesso modo spettatori della sua bellezza paesaggistica e ambientale, talmente potente e penetrante da essere percepita da chiunque.
Un sentiero per tutti, dunque, non è solo un film che presenta il percorso del Pertüs e ne illustra la fruibilità; è ancor più – io dico – un’appassionata narrazione di libertà e una sentita invocazione al godimento delle meraviglie della montagna da parte di tutti, affinché tutti si sentano liberi e possano tornare, poi, alla vita di tutti i giorni e alle sue incombenze, ai dilemmi personali, alle difficoltà e alle tante piccole o grandi necessità quotidiane avendo dentro di sé una preziosa carica di bellezza ed energia vitale difficilmente reperibile altrove.
Mi resta solo un’ultima cosa da rimarcare, ovvero un caloroso augurio ma pure un caldo invito: a far conoscere il più possibile un così rimarchevole e toccante gioiellino cinematografico, il cui valore – ormai lo avrete capito bene – trascende alla grande la propria pur notevole essenza artistica diventando a sua volta generatore di una carica di vitalità preziosa per chiunque nonché di una vivida consapevolezza rispetto alla narrazione offerta. Ugualmente a ciò che succede a chi frequenta i monti, non a caso: perché elevarsi sopra la quotidiana ordinarietà è qualcosa di così bello e prezioso che a nessuno e in alcun modo può essere reso impossibile.
Luca Rota
Mi è piaciuto che Luca Rota, assieme alle altre valenze contenute nel video ” Un sentiero per tutti “, abbia colto il momento altamente simbolico rappresentato dall’incontro tra i viaggiatori del ” Viaggio sulle Orobie ” ed il Gruppo organizzato dallo Specchio. Avendo io filmato quel momento ne avevo colto significati ed emozioni e credo che, per chiunque vedrà in futuro il video, si ricreerà il momento magico e commovente che noi abbiamo vissuto quel giorno.