La ragazza e il soldato
Di Olginate lui, di Olginate lei. Un giovane serio, una ragazza seria. Un rapporto a distanza, fatto di scrittura. Una storia epistolare? Non proprio…
Cento anni di mezzo, come lo scorrere dell’acqua sotto il ponte.
Pagine di storia vissuta e pagine di studio. La trincea, le aule universitarie. Un emozionante diario manoscritto, una bella tesi di laurea.
Di qua dall’Adda, c’entra anche Monte Marenzo: e ne siamo orgogliosi.
I nostri followers hanno certamente capito: stiamo parlando del Diario 1915-1916, di Arturo Sala (Olginate, 1889-1974), arruolato, a ventisei anni, come fante sulla linea del fronte della Grande Guerra in Cadore.
Ci torniamo per segnalare con piacere l’accurato studio – dedicato all’analisi linguistica del Diario di quel soldato – presentato lo scorso novembre come Tesi in Lettere da Benedetta Panzeri, universitaria di Olginate, da tempo attiva nel settore dell’informazione per una testata giornalistica lecchese.
Un lavoro preciso, metodico ed approfondito, che analizza la lingua usata dal “soldato scrittore” nel Diario: quella tipologia espressiva che gli studiosi definiscono come “italiano popolare”.
Il bel titolo che Benedetta Panzeri ha dato al suo lavoro, “L’inganno della guerra (e dell’italiano) nel diario di Arturo Sala”, combina il riferimento all’oggetto di studio con un suggestivo richiamo alle parole ricorrenti nel Diario: sia in quello, dallo stesso Arturo trascritto a mano su un quaderno conservato dai familiari, su cui si è centrata la tesi della studentessa, sia in quello a noi più conosciuto, incontrato nell’altro manoscritto.
Ci riferiamo ai tre piccoli quaderni, protetti da una busta in tela militare, vergati da Arturo forse direttamente al fronte, pervenuti diversi anni fa alla Biblioteca Comunale di Monte Marenzo. Questo manoscritto, recante una firma non immediatamente decifrabile ma con indicazioni di luogo, viene subito ritenuto documento di particolare interesse. Come tale sarà conservato e valorizzato da Biblioteca e Comune, fino a tradursi, grazie all’intervento dell’Associazione culturale UPper, in scrittura scenica e, con l’accompagnamento del Coro Chichecanta, in più rappresentazioni nel territorio, in occasione del Centenario della Grande Guerra.
Proprio tra il ‘15 e il ‘18 (del 2000!) si sono succedute le nostre rappresentazioni: dalla prima di “Ragazzine vi prego ascoltare. Parole e canti della ‘gente comune’ in tempo di Guerra”, nella Sala del Monastero del Lavello a Calolziocorte, in occasione della Mostra 1915-1918. Tracce per pensare (22.11.2015), alla ripresa a Monte Marenzo del 5 dicembre 2015 ed alla riproposta del 20 febbraio 2016 ad Olginate, per un appuntamento ravvicinato alla ‘storia’ di Arturo.
Il 5 maggio 2018, infine, nella cornice del Chiostro minore al Lavello, di nuovo riproponiamo le parole di chi ha direttamente vissuto, a casa o al fronte, i giorni della Grande Guerra, coinvolgendo un gruppo di studentesse ed uno studente dell’Istituto Superiore L. Rota, nella performance “La rondine e il soldato”.
Il lungo percorso che ha portato a far conoscere la testimonianza di Arturo Sala a cento anni dal suo scritto, si era avviato grazie alla consulenza di Giovanni Aldeghi e Luigi Riva, appassionati esperti di storia olginatese, che hanno ricostruito l’identità dell’Autore del manoscritto ed hanno operato una prima trascrizione dei tre quadernetti. Essenziale è poi stata, naturalmente, la collaborazione dei familiari di Arturo Sala (in particolare Claudio Sala e Gabriella Marcelli), con cui abbiamo condiviso l’impegno a dare dignità e valore al racconto appassionato di un’esperienza umana drammatica che ancora oggi ha qualcosa da dire a tutti noi, oltre che ai ‘giovani, figli dell’avvenire’, come Arturo auspicava.
Qualche giorno fa, sul nostro sito, si parlava di un altro giovane studioso del lecchese, Mattia Conti, impegnato a rintracciare ‘storie di margine’ che aiutino a capire i nostri giorni.
Ci sembra un segno importante, come questo dell’impegno di Benedetta Panzeri. Che abbiamo, qualche giorno fa, incontrato nell’ufficio del Sindaco e che dobbiamo ringraziare: perché da oggi, in Biblioteca qui a Monte, possiamo trovare, donata dall’Autrice, la copia della tesi dedicata al giovane soldato di allora.
E chissà, il percorso di quel Diario forse non è ancora del tutto concluso…
02 aprile 2019 – Cristina Melazzi
Qui il tracciato d’insieme ed un dettaglio delle tappe citate nel diario di Arturo Sala (a cura di Graziano Morganti)
Sono d’accordo con Angelo. Fondamentale il ruolo di Cristina, quindi grazie. Ho sfogliato la tesi di Benedetta ed è estremamente interessante. Poi bellissimo il titolo. Brava.
Tra i tanti riconoscimenti fatti da Cristina Melazzi ne manca uno: quello a Cristina Melazzi medesima. E’ proprio grazie alla sua costanza e passione, oltre alla sua competenza culturale, che l’intenso diario di Arturo Sala è volato dalla solitudine dello scaffale della biblioteca di Monte Marenzo verso le nostre comunità di valle. Un manoscritto autenticamente ritrovato con un alito di mistero cento anni dopo, mentre altri e celebratissimi manoscritti rinvenuti altro non sono che splendide finzioni letterarie: I promessi sposi del Manzoni, La Poetica di Aristotele nel Nome della Rosa di Eco, il Manoscritto ritrovato a Saragozza di Potocki, il Don Chisciotte di Cervantes, ecc.