SOMEANZA O DEL TROVANTE la mostra itinerante di Gaetano Orazio. Dopo Bosisio, Lecco e Civate l’inaugurazione di sabato 28 settembre ore 17.30 sarà al convento di Santa Maria la Vite a Olginate. Dialogano con Orazio, Giuseppe Leone e il comico Sergio Sironi.

Someanza o del Trovante, ciclo pittorico che abbraccia circa 15 anni (dal 1994) di frequentazione di Orazio nei luoghi circostanti l’Abbazia di San Pietro al Monte, lungo il torrente Rio Toscio ma che parte da lontano,dalle innumeri visitazioni dell’artista tra le testimonianze d’acqua. Frequentazioni tra il Lambro e l’Adda e nel mezzo i laghi di Pusiano, Annone e il Lario.

In mostra oltre ai dipinti e disegni, appunto composti in questi luoghi, ci saranno anche testimonianze  evocanti forme d’acqua ed altri a valenza religiosa in omaggio al luogo che ospita la rassegna,il Convento di Santa  Maria la Vite.

I primi dipinti sul Rio Toscio, la natura che circonda l’Abbazia e la leggenda dell’arciere e del cinghiale, la salamandra, le libellule, le farfalle, le castagne d’acqua del lago di Annone, i primi dipinti del Trovante (figura antropomorfa), sintesi di pietra e castagna d’acqua che l’artista si inventa letteralmente senza conoscere l’esistenza della grande ombra che appare da sempre nelle giornate di sole, in alto sul Corno Birone (tra Civate e Valmadrera) ma che poi “scopre” a Giugno del 2018, quando Milena (sua moglie) gliela indica. La mostra termina appunto col ciclo pittorico (dei primi mesi del 2019) che omaggia questa visione del Trovante (termine col quale Antonio Stoppani indica i massi erranti) e la Someanza, somiglianza,termine non più in uso, ad indicare la fotografia. Somigliare è un termine che Orazio usa da sempre,dal momento che con la pittura “tenta” di somigliare, o esserne parte, alle cose che lo circondano.