Gli auguri di Don Angelo dopo tre mesi a Monte Marenzo
Abbiamo chiesto a don Angelo di parlarci della sua esperienza iniziale a Monte Marenzo. Ci risponde che ha scritto le sue riflessioni per il bollettino della Parrocchia di san Paolo Apostolo, che è in distribuzione proprio in questi giorni in tutte le case del paese e che riportiamo qui. Ringraziamo don Angelo e ricambiamo gli auguri.
Sono passati circa tre mesi da quel 13 settembre in cui ho incontrato per la prima volta la comunità di Monte Marenzo e ho promesso solennemente di servirla come parroco. Tre mesi che a dire il vero sono passati anche velocemente, nonostante il tempo un po’ particolare e “fermo” che stiamo vivendo. Non possiamo prendercela con nessuno per quello che sta succedendo ma certamente è molto triste incontrarsi senza quasi vedersi, conoscersi senza riconoscersi, presentarsi senza poter stringersi la mano. E’ molto triste celebrare la S. Messa senza vedere i vostri sorrisi e anche non poter passare per le vostre case a benedire le vostre famiglie, come la tradizione ambrosiana vuole nel tempo di Avvento. Era un desiderio che avevo nel cuore… Vi prometto che appena la situazione si sarà calmata, qualsiasi periodo dell’anno sia, comincerò il giro della benedizione delle famiglie.
Chiedo scusa anche agli ammalati e anziani della parrocchia che ho visitato solo una volta ma che poi non ho più rivisto perché le norme sanitarie prevedono un’attenzione di particolare prudenza nei loro confronti.
Mi spiace tanto anche per i bambini e i ragazzi della catechesi: in fretta e furia abbiamo celebrato la prima riconciliazione e la prima comunione ma poi tutto si è fermato nel momento in cui potevamo cominciare la catechesi. Per fortuna riesco ad incontrare i catechisti, prima in presenza e ora on line, che mi danno un po’ il polso della situazione e con i quali condivido le preoccupazioni più urgenti della parrocchia, catechistiche e non.
E infine l’oratorio. Che senso ha avere un oratorio bello, moderno, nuovo, funzionale se resta chiuso? Perché un bar dove ci si può trovare a fare due chiacchere e a bere qualcosa se poi dobbiamo lasciarlo fermo? A proposito: non avevo mai visto un oratorio completamente aperto, sempre aperto, senza porte né cancelli… Ha i suoi lati positivi ma anche negativi. Aiutatemi a capire, per favore. Nel giorno della mia accoglienza e nella preparazione della festa della Madonna del Rosario ho visto tante persone attive, volontarie, impegnate, pronte a condividere la passione per l’oratorio. In tante persone ho visto la passione negli occhi e nel cuore: la passione per le nuove generazioni. È chiaro che questa passione per le nuove generazioni, che poi è passione per il nostro futuro e per il futuro della nostra comunità, non può che passare per l’annuncio di vita del Vangelo; cioè la proposta a loro (le nuove generazioni) ma anche agli adulti (cioè noi) di una vita piena del nome di Gesù che continuamente ci chiama a prenderci cura gli uni degli altri. “Servire la vita dove la vita accade”, come ci ricorda il nostro Vescovo Francesco. E la vita dei nostri ragazzi, adolescenti e giovani, finché accade qui a Monte Marenzo, riguarda la comunità adulta, cioè tutti noi, nessuno escluso.
Diventando parroco in questa zona ho anche incontrato una nuova fraternità di sacerdoti e in particolare i sacerdoti dell’Unità Pastorale di Cisano con cui so che don Giuseppe aveva iniziato una feconda collaborazione. Voglio dire che sono contento della possibilità di condividere con qualche fratello sacerdote il lavoro pastorale nelle nostre comunità; non per fare tutti le stesse cose, ma per riflettere insieme sulle urgenze che viviamo e sulle risposte che possiamo dare. Per cui continuerò con questa collaborazione con i sacerdoti di Cisano (ma anche di Caprino e Torre de Busi) anche se ho chiesto loro per quest’anno (ma forse ce ne vorranno due se andiamo avanti così…) di poter celebrare sempre l’Eucaristia nella mia parrocchia così da familiarizzare un po’ con la mia gente, oltre che con il rito ambrosiano che non conoscevo per niente.
Grazie per la vostra accoglienza e per la vostra generosità che si traduce anche nei gesti semplici del portarmi qualche buon piatto o dolce… Non è che volete farmi ingrassare vero? Grazie per il lavoro che insieme abbiamo iniziato e insieme porteremo avanti. Ci aspetta il Natale, la Cresima e la festa patronale: adelante! Guardiamo avanti con fiducia e con l’umiltà che un bambino nato per noi ci insegna con poche parole, anzi, con nessuna parola. Buon Natale a tutti!
don Angelo