La festa del “Panevin”
L’amica Anna Maria ci fa partecipi di un antico rito che si svolge nella sua zona d’origine, vicino a Conegliano Veneto.
Ci spiega: è la festa del “Panevin” che si tiene il 5 gennaio. Una festa antica di origine contadina che sta ad indicare la chiusura dell’anno vecchio.
Nei paesi vengono accesi fuochi, un rituale da svolgersi nella vigilia dell’Epifania. Ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la “vecchia” posta sopra la pira di legna) e la direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro. C’è una filastrocca in dialetto che viene recitata: “Se al fogo va a matìna, ciòl su al sàc e và a farina. Se al fogo va a sera polenta pièn caldera”. Ovvero: se le faville vanno a oriente, prendi il sacco e va a farina; se le faville vanno a occidente, calderone pieno di polenta.
Quest’anno il fuoco è andato a mattina!
È usanza ancora oggi, durante i falò, mangiare la pinza tipico dolce veneto e bere il vin brulé.
Anna Maria è tornata ieri nella sua terra (c’era anche una piccola delegazione di Monte Marenzo), ed ha ripreso in video:
e delle donne.
Magari il prossimo anno si potrebbe organizzare una gita per noi di Monte Marenzo. Pianzano vi aspetta!
A Venezia-venezia si bruciava ‘a vecia’, in campo Santa Margherita, visto io da bambina. Trattasi del rito celtico che gli Irlandesi hanno esportato nell’800 negli USA in occasione della loro massiccia emigrazione.