Lo Stato siamo noi
“Le strade pulite non sono al primo posto”. Così titolavamo ieri un nostro intervento sui crimini di eugenetica commessi in Svizzera tra il 1926 e il 1986. Ci si riferiva alla pulizia delle strade svizzere, cosa che tutti sanno, mentre pochissimi conoscono quella atroce storia.
“Le strade pulite non sono al primo posto” avrebbe potuto essere anche il titolo di questo articolo di oggi, perché l’abbondante nevicata di ieri ha scatenato sui social l’indignazione degli eroi da tastiera contro le amministrazioni di ogni colore politico. Cittadini arrabbiati col Sindaco di una forza politica se abitano in quella città, ma che sorvolano sul fatto che magari il paese che devono attraversare è governato da una forza politica diversa.
Siamo fatti così. Ma siamo sempre stati così?
L’amico Sergio Corà, ex collega di Bergamo, scrive sulla sua pagina facebook: “Decenni fa ci fu una grande nevicata. Tutto bloccato. In fabbrica, periferia cittadina, si lavorava in 2000. Tutti, salvo rari casi di impossibilità, vennero al lavoro con i mezzi più disparati. Magari qualcuno in ritardo. Qualcuno anche con gli sci, dai paesi vicini. Con gli sci anche il direttore generale del gruppo (robetta da oltre 3000 dipendenti) sessantenne, sci, bastoncini, borsa a tracolla. Aveva fatto l’alpino. Quel giorno non ho sentito nessuno lamentarsi delle amministrazioni comunali.” E amaramente chiosa: “Dedicato a tutti gli invertebrati”.
Luciano, un altro ex collega, conferma: “Avevo preso il pullman, però non era quello giusto, andava a Milano alla Falch. Sono sceso a Curno e sono arrivato a piedi…” (5 km), e Luigi, un altro collega, ricorda: “Quella mattina i pullman non funzionavano e dalla Grumellina fino allo stabilimento l’ho fatta a piedi (2 km), e se non ricordo male erano 80 centimetri di neve.” Anche Maurizio: “Eh si! E il comune di Bergamo fece appello ai cittadini affinché dessero una mano con pale e altri mezzi per spalare la neve. Aderirono in migliaia, compresi moltissimi giovani. Prova chiederlo adesso agli sfaccendati aperitivai del’happy tour!”.
E io? Io quel giorno ero a casa con l’influenza, fuori c’era più di un metro di neve, ma mi sono unito a tutti gli uomini della via (tutti!) per spalare tutta (tutta!) la via dove abito ed arrivare al provinciale.
L’amico Paolo Valsecchi così scriveva ieri: “Si sapeva che avrebbe nevicato, è vergognoso che non hanno pulito ecc.” Esatto. Si sapeva. Bastava attrezzarsi. Anzitutto noi, non solo “il comune”. Io ieri sera ho spostato l’auto in strada. Oggi mi sono svegliato prima. È normale adattamento alle condizioni atmosferiche. Se piove prendi l’ombrello, se nevica i guanti. Con le gomme da neve, un po’ di attenzione e calma, si riesce a girare. In mano è meglio tenere la pala che il mouse 😉”
Ecco appunto… Allora che titolo metto a questo articoletto? Meglio la pala che il mouse? Sono quasi tentato di farlo. Ma poi ci ripenso.
L’occhio mi cade su un commento del post di Sergio Corà. E’ un suo amico che si chiama Sergio Marletta a farlo: “Stessa cosa mi è capitata a Roma nel 1986.Tutto il GRA era bloccato. Io, come Direttore Generale, dovevo andare in uno Stabilimento nella zona industriale di Anagni. Ho impiegato 5 ore, ma sono arrivato, così come tutte le maestranze. Gesti normali non eroici. Adesso siamo pronti a lamentarci chiedendo l’aiuto dello Stato, dimenticando che “Lo Stato siamo noi” con i nostri comportamenti.”
Ecco, “Lo Stato siamo noi”, con i nostri comportamenti anche piccoli.
Noi che se pagassimo tutti le tasse, lo Stato, il Comune, avrebbero i mezzi per rendere meno difficile la situazione per una nevicata abbondante. E si avrebbero personale e mezzi negli ospedali per affrontare pandemie o solo per aggiustare una slogatura se si scivola sul ghiaccio…
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito oggi trentasei onorificenze al Merito della Repubblica Italiana a 21 donne e 15 uomini, tra cui tre sacerdoti. Cittadine e cittadini che si sono distinti “per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute.” Tra loro Fabiano Popia, nato in Basilicata, si trasferisce per lavoro prima in Germania e poi a Olginate dove vive per molti anni ed era padre di Rosella, vittima di un incidente stradale. Fabiano e la moglie Elvira, nel rispetto delle sue volontà, decidono di donare gli organi, facendo di Rosella il primo donatore multiorgano della Regione Basilicata: salva ben 7 persone.
Non c’è bisogno però di essere eroi. Lo Stato siamo noi.
complimenti per l’articolo esprime la situazione in ogni senso , forse quando abbiamo meno diamo di più e non perdiamo tempo a lamentarci e basta.
Bell’articolo. Bravo!