Luci nel buio
La sala è buia e silenziosa.
La prima luce l’accende Nausicaa. Avvicina un fiammifero ad un lumino posato a terra. Rimane lì, ferma in ginocchio, accanto ad un cartello che si intravede nel buio.
La seconda luce l’accende Asia. Dirige il fascio di luce di una torcia verso il primo cartello con l’immagine di padre Kolbe, il primo “testimone di bene”, la cui storia ascoltiamo dalla voce registrata di altri ragazzi e ragazze, compagni di Asia e Nausicaa.
La terza luce e poi la quarta, la quinta, la sesta… sono quelle di altri lumini che si accendono e di luci che illuminano altri “testimoni di bene”: le storie di Gino Bartali, di Lorenzo Perrone, di Graziano Udovisi, di Liliana Segre. Persone che, con il loro luminoso esempio, hanno rischiarato il buio e l’orrore della Shoah e delle Foibe.
“Luci nel buio” non è solo una mostra. E’ un vero e proprio piccolo ma intenso spettacolo teatrale. I registi, i protagonisti, gli scenografi, sono i ragazzi di terza media delle scuole “Cittadini” e “Manzoni” di Calolzio (con il coordinamento dei loro Insegnanti). Un progetto a cura del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Calolziocorte che ha proposto in maniera assolutamente originale il tema della Memoria in occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) e il Giorno del Ricordo (10 febbraio).
L’amico Giorgio Toneatto mi aveva suggerito di andarci mandandomi un messaggio: “La Mostra è molto bella e i cartelli vengono illustrati dai ragazzi che si dividono gli argomenti. … Il gruppo che l’ha visitata con me non ha emesso neppure un fiato durante la seconda parte della visita!”.
Ci sono andato oggi. Ad accogliermi ci sono Suor Michela, Responsabile dell’Istituto Caterina Cittadini, e Asia e Nausicaa, due ragazze in rappresentanza della terza media Manzoni.
Giorgio ha ragione. Si rimane colpiti da questa “messa in scena” che è successiva alle spiegazioni della prima sala, dove si vedono le carte geografiche con i campi di concentramento e di sterminio disseminati in Italia (Fossoli, la Risiera di San Sabba a Trieste), in Europa (Auschwitz-Birkenau, Mauthausen …), i Gulag Sovietici…
Accanto alle spiegazioni ci sono illustrazioni. Ci sono anche alcune fotografie scattate da altri ragazzi delle medie di Calolzio che sono andati a Mauthausen l’anno scorso.
Lì i ragazzi hanno trovato e fotografato le lapidi di Giuseppe Rosa e del figlio Giovanni, due calolziesi deportati per aver collaborato con alcuni partigiani e poi terribilmente uccisi nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.
Le ragazze spiegano ai visitatori com’era la vita (e poi la morte) in quei campi e di come ci si arrivava partendo dal binario 21 della stazione di Milano…
Nella seconda sala, dopo la rappresentazione al buio, si osservano altri dettagli della scenografia preparata dai ragazzi: il filo spinato, i sacchi, le stelle gialle attaccate alle catene che pendono intorno alla sala… Su un tavolo ci sono tanti biglietti con un fiammifero appiccicato accanto al titolo della mostra.
I visitatori sono invitati a lasciare un loro pensiero. Fatelo! La mostra, nei locali espositivi del Comune di Calolziocorte (già visitata durante l’inaugurazione da 500 ragazzi delle medie di Calolzio e alcuni della scuola primaria e dell’Istituto superiore Rota), rimarrà aperta ancora domenica 2, sabato 8 e domenica 9 febbraio (nella locandina gli orari di visita).
Ringrazio Asia, Nausicaa e Suor Michela per l’ospitalità e per le foto che ci hanno inviato.
Una mostra contrassegnata da un grande spirito di collaborazione e condivisione. Valori, ideali, sentimenti che nel giorno dell’ inaugurazione, caratterizzata anche da canti e da interventi istituzionali, hanno trovato particolare realizzazione ed espressione. I ragazzi tutti, guidati sapientemente dai docenti, hanno saputo esprimere il meglio di sé. Con serietà e responsabilità, ci hanno condotto in un triste viaggio nella memoria in una delle più drammatiche pagine della nostra storia. Un silenzio ‘ assordante’ ha caratterizzato il tour della mostra. Un silenzio rotto solo da brevi narrazioni e e da toccanti musiche.
Nel buio solo le luci delle candele accese. Luci di speranza e di fiducia per continuare a credere in un mondo giusto. Per continuare a credere che tutti insieme possiamo costruire una realtà migliore, all’ insegna di tutti quei valori indispensabili ad affermare la dignità dell’uomo. Grazie a tutti e in particolare ai docenti e agli alunni per avere creato con grande professionalità e originalità un evento degno di lode e ammirazione.
La Dirigente scolastica
C. Rita Cardamone
Ho insistito perchè Sergio andasse a visitare questa Mostra per due motivi: il primo è che si tratta di una rappresentazione davvero speciale che sapevo avrebbe coinvolto emotivamente il visitatore e Sergio ne è la conferma; il secondo è che si tratta di un evento messo in scena e gestito interamente dai ragazzi ( ovviamente gli Insegnanti hanno affiancato/guidato/creato con i loro alunni ); importante, inoltre, la collaborazione tra la Scuola Media Manzoni e la Scuola Media Cittadini che ha prodotto un risultato di assoluto rilievo. E’ vero, come notava Sergio, che quanto allestito nella seconda sala si configura come una rappresentazione teatrale di alto livello. Molto bravi gli Insegnanti i ragazzi e tutti i visitatori che hanno trovato la motivazione per fare visita a ” Luci nel buio “. Giorgio.