In questi giorni, tra le ali scure delle paure di contagio, stanno volando, contagiosamente, anche alcune ‘farfalle’ più leggere, per fortuna di segno diverso.

Una di queste (nata forse dall’idea di alcune insegnanti, attente a trasmettere messaggi positivi agli scolari più piccoli, forzatamente isolati ormai da un bel po’), è senz’altro quella semplice scritta, che sta comparendo qua e là, sul web e per le strade, all’aperto, a una finestra, tra gli alberi di un parco, che dice: “Andrà tutto bene” .

Tre parole, magari prima una o l’altra, magari di scrittura un po’ incerta, da bambini e, per lo più, a colori: una comunicazione minima, consueta, quasi banale.

La stessa che si sussura, per tranquillizzare, all’orecchio di chi all’improvviso sta male, o che ci si scambia sorridendo in vista di un esame, un viaggio, una novità da affrontare, o si butta là tra amici per scaramanzia… 

Poca cosa? Forse, ma perché non provare? 

Con tutte le parole gravi e allarmanti, a volte le vere e proprie male parole, le fake e quant’altro in circolazione di questi tempi, perché non concederci, a noi come ai più piccoli, di mandare anche segnali positivi, di resistenza e ‘resilienza’, che aiutino a credere possibile che ‘ce la faremo’?

Che poi questi spot visivi, questi segnali, ci vengano e si diffondano grazie al tam tam dei bambini, ecco, ci pare una gran cosa. Un inaspettato aiuto reciproco, un ‘darsi la mano’ ai tempi del Covid, che farà sorridere i passanti ma certo consola noi nonni a distanza obbligata e, vorrei dire, ci riempie di emozione e rispetto per i nostri bambini, comunque messi alla prova (pur nell’ambito della nostra privilegiata comunità!) dagli avvenimenti che insieme stiamo vivendo.   

Lasciamo che le farfalle colorate del ‘Tutto andrà bene’ volino libere, loro almeno, tra di noi, per le strade e – chissà – portino messaggi di saggezza ai signori della Terra, non solo per quello che sta toccando i bambini di qui… 

Cristina e Graziano