“Pronto… il Sindaco di Monte Marenzo?”. “Sì, chi parla?”. “Sono Piero Nava”…
Paola Colombo è in riunione con il Tecnico Comunale. Squilla il telefono.
<<Pronto… il Sindaco di Monte Marenzo?>>. <<Sì, chi parla?>>. <<Sono Piero Nava>>…
Un momento di silenzio e subito (Paola me lo racconta), il suo cuore inizia a battere velocissimo.
All’altro capo Piero Nava ha una voce pacatissima e gentile. Vuole ringraziare il Sindaco e tutta la Comunità di Monte Marenzo per quello che è avvenuto ieri sera in Consiglio Comunale. (qui il link)
Mentre Paola me lo racconta è ancora sconvolta dalla telefonata. Non le accade quasi mai di avere una reazione del genere. Sentire quel nome, la sua voce, le fa passare per la testa in pochi attimi la vita del suo interlocutore, il primo testimone di Giustizia in Italia, colui che ha portato alla condanna dei killer del Giudice Rosario Livatino.
Il Sindaco risponde a Piero Nava dicendo che siamo noi di Monte Marenzo a volere e dovere ringraziare lui per il suo altissimo senso civico.
Una breve conversazione ma intensissima.
Paola ha voluto chiamarmi per dirmi di questa telefonata, perché la nostra Associazione UPper è stata il motore per coinvolgere il Consiglio Comunale per conferire a Piero Nava la cittadinanza onoraria del Comune di Monte Marenzo.
Rispondo che anche noi siamo onorati e estremamente soddisfatti per la rapidità con la quale Il Sindaco, l’Amministrazione e il Consiglio Comunale hanno accolto la nostra richiesta comprendendone l’alto valore simbolico.
E… grazie a Piero Nava.
veramente orgoglioso di averti avuto come compaesano tanti auguri
Piero Nava l’ho conosciuto qualche anno prima del tragico giorno dell’assassinio di Rosario Livatino. All’epoca lavoravo all’USSL e saltuariamente veniva allo sportello per delle pratiche sanitarie di sua madre. Appartiene a quelle persone dotate della capacità di fare la cosa giusta quasi d’istinto, senza tentennare quando di mezzo c’è la propria coscienza e quel senso di giustizia che ci fa rimanere umani.
E’ stato testimone di un evento di gravissima ferocia e ha ritenuto “normale” indicare agli inquirenti chi erano i responsabili. Purtroppo questo non è “normale” se ha dovuto diventare “un nessuno” e con la famiglia vivere da anonimi per non si sa quanto (forse per sempre).
Leggendo il libro sulla vicenda di Piero viene d’istinto chiedersi: in una situazione simile io sarei capace di scegliere come lui? Ecco, già porsi questo interrogativo e riflettere sul da farsi, su cosa sia il comportamento più conveniente, e siamo già un gradino sotto la forza e la limpidezza del gesto di Piero.
Quindi, caro Piero, siamo orgogliosi di averti come cittadino onorario e confidiamo che quello che per te è stato “normale” diventi un giorno normale senza virgolette. Grazie.