Raccolta di diversi rimedj a varj mali
Fabrizia Milani è una giovane di Monte Marenzo che si è formata nella nostra Scuola e la nostra Biblioteca (è stata anche volontaria). Ha intrapreso sudi scientifici, si è diplomata, ha conseguito la laurea triennale in Scienze e Tecnologie Erboristiche e successivamente quella magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana. E’ assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche (DISFARM) dell’Università degli Studi di Milano, dove è titolare dell’insegnamento di piante officinali e loro riconoscimento. Collabora con il laboratorio di Biologia Vegetale del DISFARM sotto la guida della Professoressa Gelsomina Fico.
Gelsomina Fico è professore ordinario di Biologia Farmaceutica presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche (DISFARM) dell’Università degli Studi di Milano, dove è titolare degli insegnamenti di Biologia Vegetale e Botanica Farmaceutica per i corsi di laurea in Farmacia e in Scienze e Tecnologie Erboristiche. Dal 2003 è il Direttore dell’Orto Botanico “G.E.Ghirardi” di Toscolano Maderno (BS) del DISFARM. E’stata Vice Presidente (2009-2012/2015-2018) e Presidente (2012-2015) della Rete degli Orti Botanici della Lombardia e dal 2009 al 2015 membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Fitochimica. Attualmente ricopre il ruolo di Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Erboristiche.
Fabrizia Milani, con la professoressa Gelsomina Fico si è occupata dello studio del Manoscritto del XVIII secolo, Raccolta di diversi rimedj a varj mali, edito dal Centro Studi Valle Imagna.
Purtroppo non abbiamo ancora il libro ma volevamo segnalarlo ai lettori del nostro sito. Abbiamo allora chiesto al Centro Studi Valle Imagna di inviarci una presentazione. Ci hanno subito risposto inviandoci anche la riproduzione di alcune pagine del manoscritto e li ringraziamo.
Speriamo che le restrizioni finiscano presto per avere l’occasione di incontrare Fabrizia ad una presentazione del suo libro anche qui a Monte Marenzo. Intanto potete acquistarlo ordinandolo a questo link.
—–
Sangue di drago, bezoar, corno dell’unicorno, e ancora polvere di cranio umano, tele di ragno fritte, polmone di volpe. No, non siamo stati all’improvviso trasportati nell’antro di una strega malvagia ma indietro nel tempo di qualche secolo. Attorno alla seconda metà del 1700, per essere più precisi, quando un personaggio ad oggi ancora sconosciuto decise di raccogliere, su un piccolo libriccino di carta di stracci e con la sua grafia tremolante da persona anziana, alcuni dei rimedi medicinali tipici della sua epoca, che oggi ci paiono tanto assurdi ma che, allora, erano parte fondamentale della medicina ufficiale.
Questo manoscritto ha poi viaggiato attraverso i secoli, al sicuro nella biblioteca privata del Presidente del Centro Studi Valle Imagna Giorgio Locatelli, giungendo fino a noi.
Nel dicembre del 2013, il Centro Studi Valle Imagna, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e con diversi altri esperti storici e del restauro, ha avviato lo studio di questo manoscritto e del suo contenuto: 191 rimedi medicinali a base di più di 200 specie vegetali e di altre sostanze di origine minerale, animale e umana, raccolti in un misto di italiano, latino e dialetto lombardo.
Per sette anni il progetto è stato portato avanti con lo scopo di rendere fruibile a tutti il contenuto del libriccino e di analizzarlo non solo dal punto di vista storico, ma anche scientifico.
Questa pubblicazione non si vuole proporre meramente come raccolta di una testimonianza antica e preziosa, ma anche come analisi accurata delle specie vegetali citate, da un punto di vista botanico e farmacologico. Le informazioni originali, completamente digitalizzate e rese così di facile lettura, si arricchiscono in questo modo anche di un valore scientifico che le rende ancora più preziose.
Infine, la presentazione di 50 schede botaniche di alcune tra le specie più significative citate, la maggior parte delle quali riscontrabili sul territorio della Valle Imagna, lega indissolubilmente il manoscritto e il suo autore al territorio bergamasco, che diviene così il custode di questo inestimabile sapere antico.