8 marzo: uguali fra 136 anni?
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, la Rai ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla Parità di genere: spot pubblicitari con volti noti che incrociano le braccia sul segno = “Uguale”, un logo che vuole riprodurre il simbolo dell’uguaglianza tra donne e uomini. Tutto questo per ricordare che l’obiettivo è essere Uguali, ma per farlo bisogna prima di tutto essere Insieme.
La campagna prende spunto dall’ultimo rapporto del World Economic Forum, secondo il quale ci vorranno ben 136 anni prima che le donne raggiungano la reale uguaglianza.
Uguali fra 136 anni?
Pare che sia così, visto che, per fare solo alcuni esempi, la parità è ben lontana da essere raggiunta. Sono spesso sottorappresentate, sottopagate e sottostimate nelle loro capacità. In 100 paesi del mondo su 759 milioni di adulti analfabeti ben 2 su 3 sono donne. La partecipazione delle donne nella vita politica a livello mondiale è lo 0,5%. Il suffragio femminile è negato o limitato in Brunei, Libano, Arabia Saudita, Emirati Arabi e … Città del Vaticano. In Europa le donne studiano di più ma lavorano e vengono pagate meno. In Italia le donne medico oggi rappresentano il 40% del totale ma solo il 9% dei Direttori Generali è donna. In Italia le donne sono solo il 27 % dei dirigenti e il 31% dei parlamentari.
“Io l’8 tutti i giorni” era (ed è) un felice slogan delle donne per dire che la loro lotta, il loro diritto a non essere discriminate, ad avere una reale parità, è una battaglia che devono condurre ogni giorno, non solo l’8 marzo, giornata internazionale della donna.
Per ridurre quel tempo enorme ed assurdo dei 136 anni bisogna che la politica, le Istituzioni operino affinché donne e uomini abbiano pari accesso alle stesse opportunità, pur conservando le loro peculiarità.
Un ruolo fondamentale è quello della cultura. Arte, cultura e media, hanno una capacità potente di promuovere l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione sociale. Possono essere utilizzati per combattere efficacemente gli stereotipi dannosi, cambiare gli atteggiamenti e promuovere valori e modelli di ruolo necessari per società inclusive ed eguali.
Nel 2013 e nel 2014, la nostra Associazione culturale UPper Monte Marenzo, aveva messo in scena lo spettacolo di teatro civile “Io sono la mia opera” per dare voce a chi è stata discriminata nel corso dei secoli e lo è tutt’oggi.
“Anche oggi”, c’era scritto sui cartelli che le sei attrici mostravano a fine spettacolo: anche oggi discriminazione, anche oggi istruzione negata e nessun potere, anche oggi violenza, anche oggi diritti negati, anche oggi senza libertà, anche oggi femminicidio.
Come facciamo da qualche anno, riproponiamo qui un breve video tratto da quello spettacolo e ringraziamo ancora le attrici protagoniste – Agnodice (Daniela Turla), Ipazia (Paola Viganò), Artemisa Gentileschi (Elisa Barachetti), Olympe de Gouges (Claudia Pavoni), Anna Politkovskaja (Sara Faggiano), Hina Saleem (Aurora Spreafico); i musicisti – gli Ouroborus (Emanuele Panzeri, strumenti a plettro, Massimo Deo, chitarra, Davide Spreafico, clarinetto e aulos, Davide Maggi, percussioni); il tecnico delle luci Roberto Milani; Sergio Vaccaro che ha adattato il tutto.
Cliccate sull’immagine per avviare il video. E buon 8 marzo.