Il lavoro umano
Schiene, volti e mani di uomini chini nella fatica del lavoro di fabbrica.
Il grande, potente, dipinto di un artista del secolo scorso, Diego Rivera, che fa da sfondo al video pubblicato su UPper il primo maggio, subito mi rimanda ad un altro autore di primi Novecento, ad un’altra immagine di schiene curve al lavoro: questa volta al lavoro dei campi, due donne in primo piano.
L’associazione è con il dipinto “Raccolta di segale”, opera di Kazimir Malevič (1879-1935), di cui avevamo parlato anni fa in occasione di una mostra a Bergamo (Gamec, 2016 Star Wars 100 anni prima, ovvero: Malevič!).
Artisti molto diversi, geograficamente lontani, eppure accomunati da una biografia fortemente intrecciata con le vicende storiche della loro epoca. Latinoamericano (come Violeta Parra, come Neruda) Diego Rivera, con forti e contrastati legami, ideologici ed affettivi, da un lato con il mondo occidentale, dall’altro con quello sovietico.
Nato a Kiev, Ucraina, da genitori polacchi, Kazimir Malevič. Formatosi a Mosca, sosterrà la rivoluzione d’ottobre del 1917 e, dapprima riconosciuto come autorevole esponente del mondo artistico russo, con lo stalinismo sarà allontanato d’autorità e le sue opere secretate per quasi trent’anni.
Guardiamo i due dipinti. L’uno e l’altro ci offrono sguardi ugualmente partecipi al valore del lavoro umano di ogni tempo e suscitano riflessioni e sentimenti del tutto a noi ‘contemporanei’, in questo maggio attraversato dalla guerra.
Come non pensare alla fertile Ucraina “granaio d’Europa”? Come non sentire, tra gli ingranaggi della fabbrica, il rumore delle armi?
Cristina Melazzi