L’albero della sicurezza
Un albero di Natale che prende forma da caschi antinfortunistici montati su una intelaiatura da cantiere.
Questa installazione dello scultore cremonese Francesco Sbolzani, donata nel periodo natalizio alla Fondazione dell’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro) ‘Sosteniamoli subito’ di Porto San Giorgio, vuole richiamare l’attenzione sulle tragedie quotidiane che vedono contare tre morti al giorno a causa del lavoro ma anche sulle condizioni in cui si ritrovano le famiglie che perdono un congiunto.
Abbiamo associato questa immagine all’ennesima notizia di un tragico infortunio sul lavoro avvenuto martedì a Besana Brianza: un operaio schiacciato sotto il peso della cabina dell’escavatore che stava guidando all’interno di un cantiere edile per una nuova costruzione.
Stefano Anastasio aveva 50 anni, originario di Caserta, da anni abitava a Casatenovo in provincia di Lecco, dove lavorava per una ditta edile. Lascia la moglie e due figli.
Con questa immagine dell’albero di caschi vogliamo richiamare l’attenzione su tutti quelli che non hanno voce, che rischiano la vita ogni giorno, nei cantieri, nelle fabbriche, su tanti posti di lavoro.
L’artista Francesco Sbolzani, con la sua arte, ha cercato di farlo: “L’albero che ho scelto per il Natale di quest’anno è un simbolo universale e rappresenta la vita. I caschi gialli che lo addobbano indicano il lavoro, mentre quelli neri la morte. Infine la rete metallica che sorregge i caschi è la stessa che usano i muratori e che annegano nel cemento. Non basta, a mio parere, addobbare con tre lampadine un albero e metterlo davanti al Municipio.” … “C’è troppa indifferenza e ci sono troppi incidenti dovuti ad una situazione di povertà che costringe le persone a lavorare in qualsiasi condizione. Se la ricchezza fosse distribuita in modo equo, forse molti rifletterebbero prima di andare a lavorare e gli stessi datori di lavoro creerebbero condizioni diverse. Il Natale per me ha sempre rappresentato una festa, sia per la casa che per la famiglia. Una famiglia intesa come comunità di tutti noi. In questi giorni ho visto a Milano, a pochi passi dal Duomo, alcune persone avvolte nei cartoni, mentre la strada era piena di luminarie. Tanta miseria da un lato e tanto spreco dall’altro. Sono questi i temi che vorrei portare avanti per sollecitare l’impegno di tutti.”