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2 Capodanno: Gli astronomi del Paleolitico, Megaliti puntati all’Orizzonte

Gli astronomi del Paleolitico

I nostri lontani progenitori, i cacciatori del Paleolitico (2.000.000 / 10.000 a.C.), erano abituati ad osservare il cielo come naturale soffitto delle notti passate all’addiaccio.

Il volto mutevole della Luna e del Sole, il susseguirsi delle stagioni e il desiderio di decifrare e dominare il Mistero del Tempo suscitano i primi tentativi di misurare il Ciclo Lunare.

Un deposito del Paleolitico francese riporta ossa incise con tacche, ripetute a precisa periodicità, di 29 o 30 segni.

Lo stesso modo di misurare il tempo si è rinvenuto nella cultura Ishango, stanziata nell’attuale Congo circa 8000 anni fa.

Megaliti puntati all’Orizzonte

Nel Neolitico (8.000 / 4.000 a. C.), l’agricoltura portò con sé la necessità di calcolare i ritmi del tempo. 

Il cerchio megalitico di Nabta Playa nel deserto della Nubia, Egitto – riproduce l’allineamento con la Costellazione di Orione e di Sirio nel 6000 a.C. circa

 

L’accendersi periodico di una Stella luminosa, il moto del Sole nelle sue levate e cadute massime (solstizi ed equinozi), oppure le fasi lunari o stellari, si potevano segnalare attraverso una serie di pali, poi grandi pietre disposte in modo da indicare punti precisi dell’Orizzonte: questi Megaliti, si può dire, costituiscono una primissima forma di Calendario. (p.15)

L’orientamento astronomico di tanti di essi conferma come l’idea di Anno in quanto Ciclo, nasce nel Neolitico. (p.24)

Cristina Melazzi, seconda parte

Testi liberamente tratti e rielaborati da Storia e riti di Capodanno, Guido Cossard, Rizzoli 1999
Immagini:
1) Il grande racconto delle stelle, Piero Boitani, Il Mulino 2012
2) Shan Newpaper, Magazine online, 11 marzo 2021
Monte Marenzo, 31 dicembre 2022

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