4. Capodanno. Il nostro calendario? Il Primo gennaio. I riti del Capodanno
Il nostro calendario?
Per capire la struttura del nostro attuale Calendario, dobbiamo fare un lungo passo indietro che ci porta fino al 753 a.C.: alla Fondazione di Roma, quando venne introdotto il primo calendario di Romolo, basato su 10 mesi, con la scelta di festeggiare il Capodanno nel mese di martius, dedicato a Marte, dio della guerra.
I complessivi 304 giorni previsti nell’anno, risultavano inadeguati al ciclo reale delle stagioni, rendendo necessari continui aggiustamenti.
La riforma fu introdotta da Numa Pompilio attorno al 700 a.C., con un Calendario Lunare non dissimile da quello Greco, basato su dodici mesi per 355 giorni, mantenendo il Capodanno a Marzo (da cui ancora restano i nomi di settembre per il nostro attuale nono mese e così via per i successivi).
Le basi del Calendario moderno sono quindi Romane e vanno fatte risalire a Giulio Cesare (I sec a.C.) che lo perfeziona (introducendo l’anno bisestile) grazie ad un astronomo Greco ma di formazione Egiziana. Si stabilisce definitivamente l’inizio dell’anno a Gennaio, in realtà già in precedenza imposto per Legge nel 191 a.C.
Il primo … Primo gennaio
Ma la tradizione Popolare di celebrare il Capodanno a primavera era troppo radicata e l’inizio dell’anno continuò a essere festeggiato a Marzo. (p.136)
Restano evidenti tracce dell’antica ritualità primaverile ancora oggi in pratiche tuttora vive nella cultura popolare anche nelle nostre aree.
Il 1° gennaio del 45 a.C. venne introdotto quello che viene considerato – con la successiva modifica cinquecentesca di Papa Gregorio XIII – il nostro attuale Calendario.
La festa che si tenne il 1 gennaio del 45 a.C. può essere considerata la celebrazione del primo Capodanno moderno occidentale.
I riti del Capodanno
I riti del Capodanno romano prevedevano che si sostituissero i vecchi rami di alloro che adornavano l’ingresso dei principali templi romani, in particolare del tempio di Vesta.
I nuovi ramoscelli di alloro, che rappresentavano il rinascere della natura, venivano scambiati vicendevolmente dai Romani come gesto benaugurante.
I rametti prendevano il nome di strenae perché venivano raccolti all’interno di un boschetto sacro dedicato alla dea della fortuna e della felicità, di origine Sabina: la dea Strenia.
Da qui deriva il nome di ‘strenne’, usato ancora oggi per indicare i regali che vengono fatti all’inizio dell’anno…
Cristina Melazzi, quarta parte
Testi liberamente tratti e rielaborati da Storia e riti di Capodanno, Guido Cossard, Rizzoli 1999 Monte Marenzo, 31 dicembre 2022