Chiusura RSA, intervista al sindaco Paola Colombo
La chiusura della RSA delle suore di S. Gerolamo Emiliani di Monte Marenzo è un bel problema, per gli ospiti, per i lavoratori, per l’intera nostra comunità.
Mai e poi mai avrei immaginato una cosa del genere. Quando la responsabile della RSA mi ha telefonato il 13 agosto scorso per comunicarmi che il 31 dicembre prossimo la residenza avrebbe chiuso sono rimasta di stucco. Quando ho chiesto le ragioni mi ha dato le risposte che voi avete già avute dalla Madre Lidia Tavola e pubblicate. Un numero di ospiti troppo basso rispetto al numero delle assistenti, l’impossibilità di ampliare l’utenza senza fare grandi investimenti sulla struttura, il progressivo ridursi del lavoro delle suore a causa dell’età avanzata. Il Covid ha aggravato tutto questo. Inoltre, mi ha detto che da anni la gestione è in perdita, e anche di questo non si sapeva nulla.
Se l’ordine religioso avesse avuto la possibilità finanziaria di fare gli ampliamenti strutturali richiesti dalla ASST per incrementare il numero degli ospiti, dal punto di vista del Piano del Governo del Territorio sarebbe possibile?
Certamente. Innanzitutto riconvertendo tutti gli spazi che erano di uso esclusivo delle suore che nel tempo si sono svuotati (non dimentichiamo che negli anni ’70 del secolo scorso era una residenza di vacanza per le religiose). Parlo dell’ala di sinistra dalla parte delle cucine. Inoltre, l’ampia proprietà verde nella quale l’edificio è inserito consente anche interventi oltre l’attuale perimetro dello stesso.
In questa situazione l’Amministrazione comunale cosa può fare per affrontare questo problema che, insisto, ritengo particolarmente acuto?
Questa RSA è totalmente privata e non è che un ente pubblico di piccole dimensioni come il nostro comune possa fare granché. Durante la pandemia ci avevano chiesto un aiuto per affrontare alcune questioni contingenti e noi abbiamo cercato di dare una mano nel limite delle nostre limitate possibilità. L’ordine non ci ha mai comunicato prima del 13 agosto che era in gioco la sopravvivenza stessa di questo servizio, inoltre il fatto di avere una gestione totalmente privata non rende facile il coinvolgimento di istituzioni pubbliche.
Questo lo capisco, però a mio parere L’Amministrazione deve comunque svolgere un ruolo per individuare alcune soluzioni, in primis per gli ospiti e per i lavoratori.
Certamente. Oggi cominciamo a parlarne in Giunta e vediamo quale percorso avviare. Comunque, la responsabile della struttura di Monte Marenzo mi ha detto che, contestualmente alla comunicazione di chiusura inoltrata alla ASST competete, si sono già attivati per trovare alle ospiti la sistemazione migliore possibile presso le RSA del territorio. Per quanto riguarda il personale, ha confermato, che è tutto qualificato e dovrebbe avere buone possibilità di essere collocato. Penso che le ospiti di Monte Marenzo siano tre o quattro su 23, quindi altri comuni si faranno carico per trovare delle soluzioni per i loro cittadini.
Non ritieni che l’Amministrazione debba convocare un tavolo di concertazione tra i vari soggetti per individuare i percorsi più praticabili?
Intendo procedere in questo senso. Valutare la questione in Giunta, incontrare Madre Lidia Tavola e fare il punto della situazione alla luce di tutte le risposte che ha avuto da tutti i contatti aperti. Dopodiché il comune si farà parte diligente, soprattutto nei confronti dell’Ambito dei Comuni della ASST competente, al fine di esaminare l’intera questione anche rispetto alle possibilità offerte dal Piano di Zona.
Se non riusciamo a tenere aperta la RSA di Monte Marenzo, cosa che allo stato attuale ritengo assai problematica, che almeno si cominci a ragionare su quale potrà essere la destinazione sociale di questo patrimonio, sì privato, ma che non può rinunciare all’obiettivo di continuare ad essere sede di servizi essenziali per la comunità. Una visione lunga può trovare delle sinergie proficue grazie alla vicinanza con i mini alloggi per le persone anziane di Casa Corazza e i relativi spazi comuni.
Grazie al sindaco Paola Colombo.