Gerolamo Fontana interviene sul Mandic
Gerolamo Fontana, Presidente della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) Daniele Genazzini provincia di Lecco, interviene nel dibattito sul futuro del Mandic di Merate ricordando una serie di dati oggettivi sulla qualità ed eccellenza dell’ospedale, dimostrando la necessità di sostenerlo e rilanciarlo per il benessere della popolazione del nostro territorio ed oltre.
Lo spunto glielo dà il delicato intervento effettuato in questi giorni presso il Mandic, dove ad un giovane ragazzo lecchese affetto da Distrofia muscolare di Duchenne (DMD), è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo, grazie, oltre ad una nuova sala angiografica, all’organizzazione di un team multidisciplinare in grado di seguire il singolo paziente in ogni fase del percorso, con la flessibilità e la competenza richiesta dalla complessità della persona disabile.
Fontana sottolinea il valore della convenzione stipulata col Mandic (unica sezione UILDM su 68), affinché questo ospedale diventi per il nostro territorio la struttura di riferimento per il progetto DAMA (acronimo di Disabled Advanced Medical Assistance), affinché si occupi della prevenzione, diagnosi e cura delle malattie in persone con grave disabilità intellettiva e neuromotoria. Nato da un progetto sperimentale nell’anno 2000, in molte regioni del nostro Paese ha sviluppato e consolidato un modello organizzativo in grado di superare le difficoltà che le persone con disabilità hanno nell’affrontare l’ospedale, attraverso una presa in carico dei bisogni e del problema presentato, utilizzando competenze e risorse già presenti in un moderno ospedale, con una personalizzazione dell’intervento che tiene conto dei bisogni di ognuno: persona con disabilità, famigliari e caregivers, personale sanitario.
“Questo è un valore assoluto nel nostro territorio, dichiara Gerolamo Fontana, che ha bisogno di essere sostenuto dalle istituzioni locali, dalla Regione Lombardia, da soggetti sociali ed economici. Le persone con disabilità e le loro famiglie non possono permettersi di veder impoverire un servizio che presso il Mandic ha trovato l’adeguata risposta umana e scientifica di cui tanto hanno bisogno. Un aspetto importante di questa collaborazione è il servizio di telemedicina in atto, che tiene monitorati i nostri ragazzi con disabilità da remoto, controllando h24 le funzioni e i parametri vitali. Queste sono le cose che contano e che non possono sempre essere messe in discussione ogni volta che si fanno i bilanci, oppure prese in considerazione se tagliare o meno”.