Il Testamento spirituale di don Giulio
Quest’anno avrebbe compiuto 100 anni don Giulio Gabanelli che ha svolto la sua attività sacerdotale anche a Calolziocorte negli anni dal 1961 al 1969 provenendo da Castione della Presolana. In qualità di coadiutore affiancò mons. Giovanni Mutti e si dedicò con particolare attenzione alla popolazione giovanile guidando ed orientando quella fascia di età che produsse, con la sua ispirazione, parecchie attività culturali: Centro Kennedy, Giornale ” Il Cuneo “, convegni, incontri…uno per tutti con Padre Turoldo. Oltre a ciò impresse una grande spinta per fare avvicinare questa popolazione giovanile alla montagna; è di quel periodo la costruzione della Cappella al Passo del Fo’ alle pendici del Resegone eseguita, con il suo contributo, dal Gruppo Genepì.
Esplicò la sua presenza con opere di solidarietà in un periodo di forte migrazione dal Sud al Nord Italia e si distinse per i suoi molteplici interessi in vari campi: montagna, rinvenimento e studio dei fossili e inoltre fu sagace indagatore delle antichità locali.
Il Vescovo Gaddi lo destinò a Zogno dove divenne Parroco e dispiegò tutte le sue potenzialità realizzando, per quel territorio, opere fondamentali: Oratorio, Casa di Riposo, un Museo senza trascurare le sue passioni. La montagna, l’arte, i libri, i fossili, le numerose poesie che ne fanno un poeta dialettale che si è espresso con la lingua della Valle Brembana.
Don Giulio muore nell’anno 2021 all’età di 97 anni lasciando un ricordo che unisce idealmente le persone di Castione, di Calolziocorte e di Zogno che l’hanno conosciuto e stimato.
Ci lascia il suo Testamento spirituale che ci permettiamo di sottoporre alla vostra lettura.
Gli Amici di Calolziocorte di don Giulio
Testamento spirituale di Don Giulio
Mi affido per l’eternità alla infinita misericordia di Dio Padre, Fratello e Amore in cui ho sempre creduto e sperato, così come ho sempre cercato di far credere e sperare a quanti ho accostato come sacerdote e amico.
Dei molti peccati commessi, chiedo perdono a Dio e ai fratelli, come pure io ho sempre perdonato con tanta gioia tutto a tutti.
Ritengo la mia morte come le nozze della schiava con il figlio del re, per cui scendo nella tomba in cui Gesù Cristo ha vinto e continua a vincere la morte.
Ho vissuto la Chiesa nel vivo della mia pelle e in comunione, soprattutto con i poveri, con i deboli e con le persone tristi.
Lascio a tutti un abbraccio fraterno e riconoscente per il tanto bene ricevuto in particolar modo a Fonteno, a Castione della Presolana, a Calolziocorte e da ultimo a Zogno e inoltre alle innumerevoli persone benefattrici di tutto quanto io ho potuto realizzare nella mia lunga vita sacerdotale.
Un grazie particolare alle Suore di Clausura che mi hanno accolto anche come loro Cappellano per tanti anni, con tanta pazienza e comprensione.
Nelle Tue mani Signore affido la mia anima che hai redento con il tuo sangue prezioso attraverso la mediazione di Maria Santissima e di tutti i Santi.
Zogno, 16.02.2003
Don Giulio Gabanelli