Parto dalla sinossi sul retro di copertina:

«A volte quando facciamo il prete, dimenticando d’essere un sacerdote, si ottengono risultati insperati.» Questo aveva detto don Antonio al giovane don Agostino. La vocazione, il sacerdozio, le implicazioni della fede, i ripensamenti appartengono ai personaggi di questa storia. Don Agostino, figlio di poveri braccianti meridionali con l’amico don Nicola, e gli altri: la curia, don Leone, «La fede ci deve sorreggere in ogni circostanza, soprattutto quando il demonio bussa fuori dalla nostra porta.» E poi un ritrovamento, un’apparizione. Amore, affetti, ipocrisia. Don Agostino racconta la storia dei suoi settant’anni, un intreccio di sentimenti e di amarezze. Una vita percorsa dal dubbio e dallo stigma, ma pure da amicizie: Gioacchino, Camillo. Infine la malattia e l’obblio che cancella ogni cosa.

Abbiamo già segnalato su questo sito  Giovanni Torri, un amico di vecchia data di Calolziocorte. Giovanni, con un passato di lavoro in fabbrica come chimico alla “Sali di bario” e con una laurea in sociologia all’Università di Trento, da quando è in pensione ha cominciato a scrivere romanzi.

Da “L’uomo a benzina”, romanzo d’esordio del 2017, Giovanni ha pubblicato altre nove opere narrative: “Le lacrime di San Lorenzo”, “Le forme elementari della bellezza”, “Legami covalenti”, “Meccaniche della solitudine”, “La parrucchiera”, “L’affilata falce della luna”, “Fino a qui tutto bene”, “Il ponte” e  da poco è uscita la sua ultima fatica “La vocazione”. Ecco qui l’elenco completo disponibile on line. Oppure, meglio, si possono ordinare in libreria.

Anche questa volta ho avuto la fortuna di essere coinvolto da Giovanni nella revisione delle bozze del suo romanzo ed è stato stimolante confrontarsi con questa idea della vocazione e del dubbio. Come molti altri titoli di Giovanni la lettura del romanzo offre la possibilità di ragionare su molti aspetti della nostra vita. 

Se avete voglia di leggerlo ve lo consiglio.

Ah… dimenticavo. Oggi è il compleanno di Giovanni… Auguri!