Un pomeriggio con il fotografo Marco Mazzoleni
E’ stato un pomeriggio bello e assai stimolante quello passato in compagnia di Marco Mazzoleni, importante fotografo professionista che ha al suo attivo una lunga esperienza nel campo della documentazione sui temi dell’architettura, dell’arte e del paesaggio. Angelo aveva espresso il desiderio di vedere le opere di Mazzoleni all’amico Ruggero Meles, non potendo frequentare mostre e presentazioni. Ruggero, che collabora con Marco in diverse pubblicazioni, ha organizzato l’incontro in casa di Angelo, al quale hanno partecipato anche Sergio, Giorgio, Cristina e Graziano.
Il racconto di Marco è avvincente. Laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, è stato docente sino allo scorso anno presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. Negli anni ’70 del secolo scorso si è avvicinato alla fotografia da appassionato – tra l’altro documentando il movimento di liberazione sandinista in Nicaragua – e collaborando con fotografi di rilievo.
Dal 1988 la fotografia è diventata la sua professione realizzando progetti che hanno avuto ampi riconoscimenti. Ne abbiamo avuto un saggio scorrendo gli scatti di Emigrazione e immigrazione, in quei di Fuipiano e Pioltello, che gli hanno valso il premio Quarta Rassegna Fotografica Nazionale Città dei Mille.
Per Giorgio – una vita passata a fotografare ad alti livelli amatoriali – Mazzoleni è stato ricco di informazioni tecniche e soluzioni di ripresa impegnative, come il lavoro di documentazione nella Santa Casa di Loreto. Banco ottico, obiettivi decentrabili, controllo delle luci, per riprendere esterni ed interni del patrimonio architettonico delle chiese bergamasche.
Poi la scoperta, la fascinazione, che ha colto Mazzoleni per il paesaggio montano, soprattutto quello delle Orobie.
Nei suoi ultimi lavori, pubblicati su Orobie e altre riviste, ogni scatto di Marco è un atto d’amore, di passione, per il paesaggio alpino così come l’uomo ha contribuito a cesellare nel corso dei secoli.
Il suo camminare per sentieri non è alla ricerca di angoli di natura incontaminata, selvaggia. Là dove l’uomo è assente, dove non ha prestato la propria cura e sensibilità al territorio, non può dirsi un ambiente naturale, perché manca un soggetto essenziale della natura: l’uomo.
Le immagini scorrono e Mazzoleni le commenta con grande competenza e coinvolgimento. L’alpeggio delimitato dal muretto a secco, il prato di erbe aromatiche conteso alle piante infestanti, i primi piani di casari e allevatori con le barbe bianche, ma anche giovani orgogliosi di mostrare il loro strachitunt, o la mucca Flechi, in un famoso scatto all’alpeggio Convento a Foppolo.
Si discute sulla scelta, di volta in volta, se riprodurre gli scatti a colori o in bianco e nero. Nelle immagini alle persone racconta che è importante trovare una sintonia tra chi scatta e chi viene ritratto e dell’importanza dell’ambiente in cui il soggetto opera.
Il suo non è un monologo, ascolta interessato quando gli raccontiamo le nostre piccole esperienze di fotografia, scrittura, teatro e la realizzazione di video. Sfoglia curioso il libro di storia, ambiente immagini e memoria su Monte Marenzo che abbiamo curato vent’anni fa. Noi sfogliamo il catalogo della mostra “Segni e Sogni d’Alpe – passione, orgoglio e resilienza”, allestita al Palazzo della Ragione nella Sala delle Capriate in Città Alta, che si focalizza sulla cura della realtà orobica di conservare e tramandare le tradizioni alle nuove generazioni in modo spontaneo e in maniera rispettosa verso l’ambiente.
Marco rimarca l’importanza della conservazione delle immagini. Una volta le foto si stampavano e si conservavano negli album o nelle scatole delle scarpe e ci mostra alcuni negativi trovati in un pollaio… Ora, con il digitale, il rischio è che alcuni importanti documenti si possano perdere con il rapido cambiare delle tecnologie di lettura.
Con Anna, del Direttivo di UPper, si pensava nell’ultima riunione di coinvolgere Marco magari in una presentazione qui, in Valle San Martino. Lo speriamo…
Il pomeriggio è stato bello perché c’è stata sintonia, condivisione ideale e, scusate l’uso di una parola desueta, sentimentale per quelle pratiche e quelle esperienze che rendono la vita bella.
Grazie Marco.
Angelo e Sergio
Bellissime foto.Non mi stanco di guardarle. Spero in una rappresentazione in Valle San Martino Grazie per le foto
Grazie per questa condivisione.
Siete proprio belli, interessanti e unici!
Un caro saluto
Valentina C.