Una storia magica
E’ il 1° maggio 2023, il Cessna 206 monomotore a elica in volo sopra la giungla colombiana comunica via radio di avere un’avaria, poco dopo l’aereo sparisce dai radar.
A bordo ci sono, oltre ai 2 piloti, una donna con 4 figli dai 13 a 1 anno di età.
L’aereo perde quota e si schianta a terra in mezzo alla selva del Guaviare.
Nell’impatto perdono la vita i 2 piloti e la donna.
I 4 bambini escono miracolosamente vivi dal furioso incidente.
Da questo terribile momento per 40 giorni i 4 bambini, membri della comunità indigena degli Huitoto, vagano nella giungla.
Come ci dicono gli organi di stampa, i bambini resistono in un ambiente ostile e pericoloso per l’uomo, per un periodo lunghissimo.
Immagino il trascorrere del loro tempo sempre in allerta, attenti ad ogni minimo fruscio o rumore nelle vicinanze, in un ambiente dove dagli insetti ai giaguari ai serpenti ai ragni, tutto potrebbe essere motivo della perdita di vita.
Sempre leggendo sui giornali apprendiamo che, grazie “all’educazione alla giungla” appresa dalla nonna, essi sono riusciti a sopravvivere.
In tutto il mondo si è gridato al miracolo.
E lo è veramente.
Se pensiamo a quanto sia fitta ed impenetrabile quella foresta e quanti pericoli in agguato ci siano, la loro salvezza ci suggerisce l’intervento divino.
Questa storia, uno scrittore colombiano l’ha definita una “storia magica”, mi ha colpito nel profondo mettendo in moto dentro di me tutta una serie di suggestioni, emozioni e ragionamenti.
Questa storia ha in sé la forza contrastante di 4 giovani e fragili vite che dopo la tremenda scoperta della morte della madre e delle altre 2 persone non si rassegnano e, a loro modo, attuano una strategia di sopravvivenza.
40 giorni sono tantissimi, ogni giorno è stata una vera lotta per sopravvivere.
Le conoscenze tramandate dalla nonna alla tredicenne sono state determinanti per uscirne vivi tutti e 4.
L’essere usciti vivi dopo la caduta dell’aereo ha dato un segnale a tutta la giungla che quei ragazzi dovevano restare vivi.
Così, tutte le forze contrarie, tutte le piante, tutti gli animali, ogni filo d’erba della giungla ha lavorato per la loro sopravvivenza, creando una protezione attorno ai 4 bambini.
Alla fine ce l’hanno fatta.
Per me questa storia ha lo stesso valore sbalorditivo dello sbarco sulla luna, di un’impresa alpinistica sulla vetta più alta ed impervia che esista.
E la spedizione ha portato in vetta tutti e 4 i giovanissimi membri.
Ecco i giovani, i ragazzi, i bambini appunto.
Oggi solo da loro arrivano esempi di una relazione sana con la natura, solo da loro si alzano le voci di rispetto per la natura e l’ambiente mentre noi siamo impegnati in una azione compulsiva di predazione e distruzione.
Questi 4 bambini sono i miei eroi, da loro imparo, con loro mi commuovo, loro mi danno la speranza di un’altra umanità possibile.
Carlo Limonta
N.B. – la colona sonora è dal documentario di RAI Radio 3 Tre Soldi. Frammenti di Estinzione. Registrazione tridimensionale ad altissima definizione della foresta equatoriale incontaminata da 45 milioni di anni.
“Chiamiamo la natura urihi, la nostra terra, la nostra foresta. Sappiamo che è viva, che il suo respiro è molto più lungo dei nostri. Con l’alito dello spirito della terra,la foresta diventa bella, la pioggia cade e soffia sempre il vento. Anche se non te ne accorgi, lei respira.” ( Davi Kopenawa, Yanomami, Brasile)
Il più piccolo dei bambini ha un anno. Sua sorella e i suoi fratelli gli hanno fatto da padre e da madre e da guardia del corpo per proteggerlo (e proteggersi) dai pericoli.
Per sopravvivere hanno semplicemente bevuto e mangiato cercando acqua e frutti nella foresta.
E’ proprio vero Carlo. Dobbiamo affidare a loro le nostre speranze di un’altra umanità possibile. Ed è veramente una storia magica.