Anche oggi
Nelle ore successive all’omicidio di Giulia Cecchettin, la politica italiana ha ripreso la discussione sull’introduzione di corsi antiviolenza nelle scuole con il progetto “Educare alle relazioni”, dedicato agli studenti per affrontare “il tema del maschilismo del machismo e della violenza psicologica e fisica sulle donne”.
Accade sempre così: sulla spinta mediatica dell’ennesimo omicidio si parla di violenza sulle donne. La nostra Associazione UPper sul nostro sito o con iniziative culturali specifiche lo fa da anni. Non solo il 25 novembre, non solo l’8 marzo.
Tra le carte che conservano le donne e gli uomini che qui, a Monte Marenzo, da anni si impegnano in politica, nell’amministrazione e nella cultura (molti di loro sono stati i Soci fondatori della nostra Associazione), vi è un volantino datato ottobre 1993. Si invitavano genitori, educatori e cittadini ad un incontro in sala Civica con Roberta Giommi per parlare di educazione sessuale ( Qui i 2 link: link 1 e link 2). Calcolate quanti anni fa…
“Io l’8 tutti i giorni” era (ed è) un felice slogan delle donne per dire che la loro lotta, il loro diritto a non essere discriminate, ad avere una reale parità, è una battaglia che devono condurre ogni giorno, non solo l’8 marzo, giornata internazionale della donna, non solo il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Violenza e discriminazione.
Fino a che la parità non sarà una realtà anche dal punto di vista sociale ed economico difficile immaginare un mondo di diritti uguale.
Il rapporto del World Economic Forum nel 2022 denunciava che ci vorranno ben 136 anni prima che le donne raggiungano la reale uguaglianza. Le donne sono spesso sottorappresentate, sottopagate e sottostimate nelle loro capacità. Questi i dati del 2022: in 100 paesi del mondo su 759 milioni di adulti analfabeti ben 2 su 3 sono donne. La partecipazione delle donne nella vita politica a livello mondiale è lo 0,5%. Il suffragio femminile è negato o limitato in Brunei, Libano, Arabia Saudita, Emirati Arabi e … Città del Vaticano. In Europa le donne studiano di più ma lavorano e vengono pagate meno. In Italia le donne medico oggi rappresentano il 40% del totale ma solo il 9% dei Direttori Generali è donna. In Italia le donne sono solo il 27 % dei dirigenti e il 31% dei parlamentari.
Per ridurre quel tempo enorme ed assurdo dei 136 anni bisogna che la politica, le Istituzioni operino affinché donne e uomini abbiano pari accesso alle stesse opportunità, pur conservando le loro peculiarità.
Un ruolo fondamentale è quello della cultura. Arte, cultura e media, hanno una capacità potente di promuovere l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione sociale. Possono essere utilizzati per combattere efficacemente gli stereotipi dannosi, cambiare gli atteggiamenti e promuovere valori e modelli di ruolo necessari per società inclusive ed eguali.
Nel 2013 e nel 2014, la nostra Associazione culturale UPper Monte Marenzo, aveva messo in scena lo spettacolo di teatro civile “Io sono la mia opera” per dare voce a chi è stata discriminata nel corso dei secoli e lo è tutt’oggi.
“Anche oggi”, c’era scritto sui cartelli che le sei attrici mostravano a fine spettacolo: anche oggi discriminazione, anche oggi istruzione negata e nessun potere, anche oggi violenza, anche oggi diritti negati, anche oggi senza libertà, anche oggi femminicidio.
Come facciamo da qualche anno, riproponiamo qui un breve video tratto da quello spettacolo e ringraziamo ancora le attrici protagoniste – Daniela Turla (Agnodice), Paola Viganò (Ipazia), Elisa Barachetti (Artemisa Gentileschi), Claudia Pavoni (Olympe de Gouges), Sara Faggiano (Anna Politkovskaja), Aurora Spreafico (Hina Saleem); gli Ouroborus (i musicisti) e il tecnico delle luci Roberto Milani.
Cliccate sull’immagine per avviare il video.