Il mare racconta
Tutti i popoli sono stati migranti almeno una volta nella storia. Spinti da guerre, persecuzioni, fame, molti sono stati i ragazzi e le ragazze che hanno preso la via del mare da soli o insieme ai loro cari, rischiando la vita per cercare rifugio.
Ieri sera sul palco allestito all’Oratorio di Monte Marenzo nell’ambito del Campo missionario 2024, invitati dall’Associazione “Il Germoglio del Monte”, le attrici e gli attori della Compagnia Filodrammatica “San Genesio” di Maggianico con la regia di Gianprimo Mauri, con luci e musiche a cura di “La Saletta”, hanno rappresentato cinque storie vere con lo spettacolo, “Il mare racconta”.
Mauri ha tratto spunto dal libro “In mezzo al mare. Storie di giovani rifugiati” di Mary Beth Leatherdale con le illustrazioni di Eleanor Shakespeare. Cinque testimonianze, raccolte dall’autrice unite da un unico filo: esser saliti su un barcone da bambini per cercare una vita migliore. La traduzione in italiano è curata dai ragazzi e dai volontari della biblioteca Ibby di Lampedusa.
Così ieri sera abbiamo seguito la storia di Ruth, che nel 1939 a 18 anni, per sfuggire ai nazisti e alla politica antisemita, con la sua famiglia lasciano la Germania e si imbarcano per Cuba, ma il viaggio della ragazza è solo all’inizio, respinti sia lì che in nord e sud America per poi tornare indietro in Inghilterra…
Phu, a 14 anni nel 1979, si separa dalla madre, dai fratelli e dagli amici, parte dal Vietnam e attraversa da solo il Mar Cinese Meridionale nella speranza di una vita migliore negli Stati Uniti…
Nel 1980 i genitori di José, che ha 11 anni, sognano di abbandonare Cuba da decenni e finalmente possono farlo. Il tredicenne e la sua famiglia salgono su una barca diretta negli Stati Uniti, pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà…
A 11 anni nel 2000, Najeeba e la sua famiglia lasciano l’Afghanistan per scappare dai talebani. Non immagina che sarà un peschereccio nell’Oceano Pacifico a condurli verso la salvezza…
Nel 2006 i genitori di Mohamed vengono uccisi durante un bombardamento e il ragazzo deve andarsene dal suo villaggio in Costa D’Avorio. Quattro anni dopo, il diciassettenne attraversa il Mar Mediterraneo ancora alla ricerca di un posto dove vivere in pace, affronta il viaggio per approdare in Italia, dove oggi vive e lavora.
Sono, per fortuna, tutte storie a lieto fine per i protagonisti.
Gianprimo Mauri mette in scena questo lavoro fuori dagli schemi ordinari delle Compagnie Amatoriali. Uno spettacolo che nasce dal desiderio di tutta la compagnia di presentare qualcosa di originale. Durante lo spettacolo viene proiettato un video che riprende l’artista Afran che realizza dipingendo con le mani un quadro e da momenti musicali e danzati dalle ragazze della Scuola Ballet.
Le attrici e gli attori portano in scena un oggetto: Ruth una valigia, Phu un cappello di paglia, Josè un pallone, Najeeba una bambola, Mohamed una coperta. Ognuno, alla fine del proprio racconto, toglie dal muro un disegno ed appare una scritta: sono fuggiti dalla guerra per avere PACE, dalle dittature per avere LIBERTA’ e desiderano solo ACCOGLIENZA.
Grazie ad AnnaMaria Scapolo, al Germoglio del Monte e al Gruppo Missionario per averci dato l’opportunità di vedere lo spettacolo e alla Compagnia Filodrammatica “San Genesio” di averci fatto riflettere sul tema dell’emigrazione.