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In tempi ‘di ferro e di fuoco’, le parole, il volo degli uccelli

In tempi ‘di ferro e di fuoco’  (e questi lo sono) si può restare davvero senza parole, quando -invece- ce ne sarebbe tanto bisogno. Proprio per questo ogni voce (come quella di UPper o altre) è tanto più importante, credo, anche nell’ambito circoscritto di un paese come altri, qui tra le colline…  

Come dice Tullio, magari non molti intervengono sul sito di UP, ma sicuramente tanti leggono, e le parole in qualche modo arrivano e, per quanto possono, contano.

Come quelle dei bambini, anche dei piccoli, delle scuole di Monte, che hanno parlato di pace proprio a inizio mese: abbiamo potute leggerle anche qui sul nostro sito, grazie (grazie!) alle maestre che ce le hanno inviate, oltre che ascoltarle nella piazza vera, quella non digitale, con tanti cittadini, con la nostra prima Cittadina.

Non buttiamole, queste parole. Servono a poco?

Sono i pensieri, le domande, le paure (mai così legittime come adesso) della generazione che si trova a crescere in un momento fortemente drammatico e  che abbiamo la responsabilità di proteggere. Sono parole che chiamano in causa comunque tutti noi, per quanto ‘disarmati’ di fronte agli avvenimenti decisi dai potenti della terra.

A proposito della terra: mi risuonava un pensiero, in questi giorni e tanto più nella ricorrenza di ieri per dire basta alla violenza verso le donne.

Anche la Terra è donna, è il femminile, che nutre, che permette la vita. Dai tempi dei tempi, Gea è la Madre Terra: colpita, oggi, da una violenza che sembra impossibile fermare.

Occorre non rassegnarsi, cercare di capire, farsi sentire, mettere in circolo parole ‘utili’.

Non ho alcuna certezza di quali siano, ma possiamo provare, con tutti i nostri limiti, con le forze e le ragioni che abbiamo. Di sicuro, meglio non tacere.

Questo devono aver pensato, ancora una volta, bambini e maestre dell’Infanzia, affidando a immaginari e concreti ‘messaggeri migranti’ l’appello più urgente a fermare la guerra che “non ci piace”.

Può far riflettere tutti noi il pensiero del libero volo – per quanto possibile tra i fuochi di guerra degli umani – che gli uccelli migratori continuano ostinatamente ad affrontare, giorno per giorno, per vivere sulla nostra terra. Così, se ci càpita di sentire un cinguettìo…

Cristina Melazzi

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