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L’8 Marzo di Fanta ed Elena

Siamo Fanta e Elena, due compagne di classe dell’istituto Bertacchi di Lecco che stanno facendo un’esperienza di alternanza scuola-lavoro presso Auser volontariato di Lecco.
In questo documento riporteremo le nostre riflessioni sull’otto marzo, ovvero la giornata dedicata alle donne. Molto spesso si celebra questa giornata senza sapere le reali motivazioni per le quali è stata istituita tale ricorrenza dimenticando così i traguardi importanti che sono stati raggiunti.
La prima giornata dedicata alle donne risale all’8 marzo 1945 e da questa data sono cambiate molte cose, a partire dalle svariate conquiste sociali, economiche e politiche sino ad arrivare al superamento di alcune discriminazioni di genere alle quali le donne erano soggette.
 L’articolo 3 della nostra Costituzione afferma pari dignità sociale e uguaglianza a tutti i cittadini senza alcuna distinzione, ma al giorno d’oggi è veramente così?
In ambito lavorativo basti pensare che solo una donna su due lavora e ciò è dovuto a delle disparità che deve subire. I dati riportano infatti l’esistenza di un gap salariale tra uomini e donne, dove quest’ultime si ritrovano uno stipendio più basso rispetto a quello riservato agli uomini.
Non solo, ci è stata riportata una testimonianza di una nostra professoressa che ha raccontato la sua esperienza di un colloquio di lavoro. Secondo il suo racconto, le sono state fatte delle domande poco consone a quel contesto ed è stata costretta a rispondere a quesiti come, ad esempio, se in futuro avesse in programma di fare figli. Proprio a causa di ciò, molte donne si ritrovano a dover lasciare il proprio lavoro all’arrivo di un figlio data l’impossibilità di conciliare la propria carriera lavorativa con la cura della prole.
Un altro fenomeno diffuso in maniera preoccupante è quello della violenza contro le donne. Secondo i dati riportati dall’UNIFEM, una donna su tre è costretta a subire soprusi di ogni tipo, sia fisica, psicologica che sessuale. Di fronte a ciò ci sorge spontanea una domanda: quale sarebbe il senso di festeggiare questa giornata dedicata alle donne se ogni giorno almeno una ragazza è costretta a subire queste discriminazioni e/o violenze? 
Dobbiamo impegnarci a trasformare questa giornata da semplice celebrazione a un catalizzatore per azioni concrete. Bisogna lavorare insieme per creare un mondo in cui le donne possano vivere libere da discriminazioni, violenze e limitazioni, e in cui il loro pieno potenziale possa essere realizzato senza ostacoli.
 Vorremmo dare ora spazio al ruolo della donna nel volontariato. Le donne spesso si trovano al centro delle sfide sociali e delle disparità di genere e il volontariato diventa uno strumento potente per affrontare questi ostacoli e promuovere il cambiamento. Attraverso il volontariato, le donne possono unirsi per difendere i propri diritti, combattere l’ingiustizia e creare un impatto positivo nelle loro comunità. Il volontariato femminile rappresenta un’espressione tangibile della forza, della resilienza e della solidarietà delle donne in tutto il mondo. È un mezzo attraverso il quale le donne possono trasformare le proprie vite e quelle degli altri, dimostrando il potere della collaborazione e dell’azione altruistica.
In definitiva, celebrare l’8 marzo non è solo un atto simbolico, ma un impegno collettivo per un futuro più giusto ed equo per tutte le donne, oggi e per le generazioni a venire.

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