Browse By

“come rugiada”: tre inviti… non è da tutti!

Un bilancio dopo tre incontri all’I.C. “Lorenzo Rota” di Calolziocorte. Una grande accoglienza che ci ha stupito. Ad ogni incontro, uno più bello dell’altro, gli studenti hanno dimostrato con l’attenzione e il silenzio durante la visione l’interesse al tema della disabilità.

Un grazie particolare alle prof.sse Vania Crippa e Annesa Elia che hanno creduto fortemente nel valore del nostro docufilm “come rugiada”.

Abbiamo raccolto una miniera di sollecitazioni, emozioni e riflessioni. Eccole in ordine sparso:

La comunicazione e l’accoglienza. L’incontro con la disabilità grave dà timore perché obbliga a mettere in gioco la propria intimità, la propria emotività. Mette in primo piano la richiesta non spontanea di gestualità e di comunicazione del corpo.

Chiede di liberarsi dalle proprie sicurezze. Da lì nasce l’incontro… basta il semplice contatto delle mani, una carezza e uno sguardo… tutto cambia. Fa stare bene te, ancor più che la persona con disabilità.

Nelle immagini hanno emozionato i gesti… quanta amorevolezza.

Fate un giro al CDD… imparerete a fare un passo verso gli altri, soprattutto verso persone che aspettano che gli prendiate una mano… vi stupirete perchè farà bene anche a voi!

Il film fa l’elogio della lentezza… invita all’ascolto e alla gentilezza anziché alla forza… è così che si vince. Un insegnamento prezioso che la disabilità dà alla scuola, ma anche alla nostra società. A scuola il contatto con una persona disabile è una “boccata d’aria”. Ti chiede tranquillità, serenità, ritmi calmi in un ambiente dove il tempo è scandito dalle campanelle che suonano e dai programmi da rispettare.

Mi sono sentito inadeguato e disarmato di fronte alla loro accoglienza incondizionata. Le persone con disabilità grave nei nostri confronti non hanno giudizio, noi invece sì, passiamo le nostre giornate a giudicare tizio e caio, per come si comporta, come si veste. Loro invece aspettano semplicemente che ci avviciniamo, aspettando di incontrarci.

Esperienza di una sorella… «nel docufilm ho rivisto la mia quotidianità. Una realtà che mi è piombata addosso a 5 anni, con la nascita di un fratello gravemente disabile… ho dovuto accettarla. Negli anni io e la mia famiglia abbiamo imparato a guardare quello che sa fare piuttosto che quello che non riesce a fare: questa è la chiave per andare avanti. Non è facile è una cosa dolorosa, soprattutto quando non hai possibilità di accettarle o meno: devi prendere la vita così come viene! Nel lungo andare sono cose che ti lasciano qualcosa dentro e ti arricchiscono. Le immagini hanno avuto un grosso impatto su di me… mi ritrovo con le parole molto toccanti usate nella narrazione. È bello che queste emozioni che ho vissuto io nel guardare il film, possono risuonare anche nelle altre persone»

Cittadinanza. La formazione del cittadino è uno dei compiti primari della scuola. Significa insegnare a come comunicare anche con chi non è normodotato. Questo aspetto è un dovere della scuola. È un’occasione unica… quello che viene fatto o non fatto, nel bene o nel male, poi non si ripresenterà più. Non solo nozioni di matematica, fisica, economia, ecc. ma c’è un bisogno di socialità, di cittadinanza. Di praticare già a scuola quello che poi gli studenti incontreranno nel mondo esterno, di imparare a come costruire una società inclusiva.

Il regista. Ha raccontato agli studenti i suoi primi ingressi al CDD “Rugiada” senza telecamera, per diventare innanzitutto uno di loro, un amico come tutti gli altri volontari e operatori. I timori nel riprendere i volti dei “ragazzi” con disabilità, le fragilità dei loro corpi e come un genitore lo ha illuminato: i loro sguardi, i gesti semplici, primitivi sono il loro modo di comunicare con noi.

Ed è stata anche l’occasione per sottolineare che nell’era degli smartphone, tutto quello che si fotografa o riprende è importante. Ma è il contenuto che fa la differenza… supera qualunque qualità di ripresa. Può essere usato bene o per fare male e se viene pubblicato ferma il tempo: può essere visto e rivisto… tra un mese, tra anni.

La prof di Filosofia… Ho accolto l’invito con titubanza. Un tema così delicato trattato in un docufilm.  Come avrei reagito? Come avrebbero reagito gli studenti?

Mi sono ricreduta. È stato invece un bel contributo! Capisco la volontà di condividerlo, tocca le corde giuste delle persone.

Alberto Nava

Qui il trailer del film.

2 pensieri su ““come rugiada”: tre inviti… non è da tutti!”

  1. Bravo Alberto che a saputo riassumere la percezione degli alunni e insegnanti, essendo io presente confermo.
    Vediamo di farlo girare anche in altri istituti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Audio Player