Ecce bombo
Tranquilli, non vogliamo parlare del film di Nanni Moretti.
Margherita Tirelli è una amica di Salerno, lettrice del nostro sito e attenta alle iniziative culturali di UPper.
Margherita ha un amore smodato per tutti i viventi, dagli uomini (soprattutto i più fragili) sino alla piantina selvatica che ha la fortuna di germogliare nel suo giardino.
Passando anche dai bombi. Sì, proprio l’imenottero dalla livrea gialla e nera, instancabile e prezioso impollinatore. Se d’inverno sul nostro davanzale se ne posa uno annichilito dal freddo, generalmente lo buttiamo di sotto, o peggio, lo finiamo con una palettata. Margherita no, lo ospita in casa, lo cura, lo accudisce pur sapendo che la stagione sua è giunta al termine.
Quella che segue è la cronaca dolcissima del bombo e Margerita, raccontata e documentata da lei stessa.
Pochi giorni fa, dopo un pomeriggio di forte e freddo vento, ho trovato un bombo sul balcone. Non si muoveva. L’esperienza di un Ibiscus in campagna, fonte di attività inesauribile per questi simpatici e socievoli imenotteri in estate, mi ha fatto pensare che aveva bisogno di riposo perché stanco. Per mio carattere, e per una speranza riposta sempre nell’ angolo più nascosto del mio cuore, ho decisamente voluto scartare l’ipotesi di avvelenamento da pesticidi o altre cause inevitabili di morte. Quindi l’ho trasferito in casa sui petali del ciclamino e, con straordinaria delicatezza, gli ho offerto gocce di acqua zuccherata. Ha bevuto e ha alzato le zampette anteriori. Quanta tenerezza! Con gioia gli ho accarezzato il piccolo corpo soffice di peli gialli e neri. Volevo trasmettergli il mio abbraccio e la strana e nuova emozione che stavo provando. Nella mia vita non ho mai accarezzato un bombo, e quel momento è stato perfetto e irripetibile! Per tre giorni e per tre notti ha resistito tra fiori e acqua zuccherata, tentando, a volte, di spiccare il volo ma senza riuscirci. Più volte ho sentito il suo ronzìo. Disperato, pensavo. Poi immobile. Con profonda tristezza ho capito che era la fine, che stava morendo. E così è stato. Una inspiegabile commozione mi ha sorpreso. L’ho lasciato andare con la giusta dolcezza.