Grazie a Bossi e Berlusconi
12 novembe 2011. Qualcuno, propone già di fare questa giornata festa nazionale. Berlusconi, dopo un anno di agonia del suo governo, si è finalmente dimesso.
Ovvio il sentimento di liberazione dopo 17 anni dalla discesa in campo dell’imprenditore che ha concepito la politica italiana e il Parlamento come luogo dove salvaguardare i propri interessi personali, sostenuto sempre dall’alleato Bossi.
In realtà c’è poco da festeggiare. Anche per noi qui a Monte Marenzo, per noi popolo indignato del nord. Quanto ci è costata la politica di Bossi e Berlusconi. La stiamo già pesantemente pagando da tempo, la dovremo pagare per molto tempo in futuro. Siamo già più poveri.
Il duo Bossi Berlusconi che è unito dal maggio del 1994, e che ha governato per circa la metà del tempo fino ad oggi, ci lascia questa eredità:
Tasse aumentate (e anche i prezzi)
La pressione reale vola ai massimi storici al 44,8%.
A dieci anni di distanza dai manifesti 6×3 nei quali Berlusconi prometteva “meno tasse per tutti”, sono innanzitutto questi numeri che certificano il totale fallimento del governo PDL – Lega.
Con la riforma fiscale del governo Bossi-Berlusconi tasse ridotte solo ai ricchi: con le aliquote introdotte sono aumentate le tasse a chi ha redditi più bassi e diminuite a chi ha redditi più elevati.
Sono aumentati anche i prezzi al consumo ed è diminuito il potere d’acquisto con gli stipendi (per chi ha un lavoro) fermi da anni.
Federalismo tradito – Tagli ai Comuni
Che bello che è il federalismo leghista!!!
Risultato: il Governo ha tagliato i fondi ai Comuni e alle Regioni e ciò si traduce in meno servizi per i cittadini.
Un esempio per Monte Marenzo? Solo l’ultimo in ordine di tempo: la Regione Lombardia (governata da 15 anni da Formigoni e LEGA), visti i tagli, ha pensato bene di tagliare a sua volta i finanziamenti ai Comuni per i Piani di Diritto allo Studio del 2011. Per noi di Monte Marenzo significa 12.000 euro in meno, solo per questo comparto. Chi dobbiamo ringraziare allora?
Meno soldi ai comuni, alla faccia di Roma ladrona. Ma chi c’è a Roma? I leghisti. Sono loro i veri responsabili morali di questo fallimento.
Debito pubblico cresciuto del 13,5% rischio del fallimento Italia
Il debito pubblico italiano è cresciuto, sotto i governi Bossi-Berlusconi, di oltre il doppio rispetto a quanto fatto con governi di altri premier dal 1994 ad oggi. Berlusconi-Bossi hanno aumentato il debito pro-capite reale del 13,5 per cento (il debito è cresciuto del 5,1 per cento reale pro-capite sotto i quattro altri premier che hanno governato durante il periodo).
Gli indici di borsa sono al collasso, i tassi di interesse sui Titoli di Stato hanno raggiunto livelli record. L’Unione Europea e la Banca Centrale Europea stanno imponendo provvedimenti pesanti per le nostre fasce sociali piu deboli.
L’economia italiana ai minimi storici dal 1971, la crisi incontenibile delle aziende italiane e commerciali, la disoccupazione dilagante, cassa integrazione record nel 2010 (superato il miliardo di ore complessive), coinvolti 600 mila lavoratori, su ognuno dei quali i tagli in busta sono stati di 7.500 euro: ecco un altro record del governo Bossi-Berlusconi.
E fino a poche settimane fa il governo Bossi-Berlusconi affermava che la crisi non c’era!
Giovani senza futuro
Il 30% dei giovani non ha lavoro o non studia, e nessuno comprende come il problema di oggi, drammatico, diventerà devastante in futuro, se non si trova una soluzione in termini ragionevoli.
Si è impoverita la scuola pubblica, l’Università, la ricerca. Esattamente il contrario di ciò che si dovrebbe fare: investire nella formazione e nella cultura.
Grazie a Bossi e Berlusconi
Grazie quindi al duo Bossi Berlusconi se ci troviamo in questa situazione.
Ora Berlusconi si dimette (non ha più i numeri in Parlamento dove aveva una maggioranza record).
Ma la Lega fa peggio: si sfila dalle responsabilità (dalle proprie responsabilità) e va all’opposizione cercando di rifarsi una verginità ormai perduta da tempo (Roma ladrona si sbraita a Pontida ma si governa a Roma e ci si spartisce il potere).
Si cercherà di far credere al popolo del nord che la Lega non c’entra con le misure che il nuovo Governo dovrà adottare.
Falso. Ancora oggi la Legge di stabilità che contiene quelle misure è stata votata dalla Lega e dall’attuale maggioranza.
E c’e di più: la casta non molla. Nessun taglio dei parlamentari (e ai loro privilegi), delle Province o alle auto blu. Anzi. In piena crisi economica, finanziaria e di governo trova il tempo e il consenso per proporre (e oggi approvare) una nuova “legge mancia” all’interno della legge di stabilità. Trattasi – sulla carta – di un fondo per piccoli interventi nei comuni che i parlamentari hanno a disposizione per i propri collegi (ad esempio polisportive, cooperative, oratori o cani randagi). Ma in pratica, come suggerisce il nomignolo, altro non è che un modo dei parlamentari per assicurarsi un bel gruzzolo “a fondo perduto” da ripartire poi nel chiuso delle commissioni. A proporre l’emendamento è stato lo stesso relatore della legge di stabilità finanziaria, il leghista Massimo Garavaglia. D’altra parte cosa aspettarsi da un partito che ha come leader uno che piazza il figlio Trota alla Regione Lombardia a migliaia di euro al mese?
Insomma vergogna fino alla fine!
Il Governo Berlusconi e caduto e si è festeggiato.
Ora abbiamo un nuovo Governo e si continua a festeggiare.
Fara bene o male? Vedremo.
Di certo c’è che l’Italia è sempre meno una Democrazia e un Paese Sovrano.
Abbiamo un presidente della repubblica eletto da un parlamento a sua volta eletto dai segretari di partito, ora abbiamo un governo eletto dallo spread.
Un Governo che deve prendere provvedimenti imposti dai mercati finanziari e dall’Europa, o meglio dalla Germania.
In questi giorni leggendo i giornali e vedendo i vari tg, tutti o quasi parlano di Monti come del salvatore della patria. Quale patria salverà? Quella dei mercati e delle banche? A quale costo? Una riforma delle pensioni più equa che impoverirà tutti e non solo alcuni, una riforma del lavoro sul modello Marchionne che renderà tutti più poveri e schiavi (è sufficiente fare una piccola ricerca in rete per sapere come la pensa Elsa Fornero, il nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, su pensioni e lavoro), svendere quel che rimane del patrimonio dello Stato, qualche infrastruttura inutile e magari patrimoniale e tagli alla politica per dimostrare di essere equi. Il tutto con il benestare di tutti o quasi.
Tutto questo per salvare cosa? Per salvare l’Italia? No. Tutto questo per salvare una moneta fallita già in partenza, come si può difendere un’unione monetaria se non si fa prima un’unione politica.
Allora mi chiedo se vale davvero la pena fare sacrifici, per salvare banche e finanza o se è meglio fare sacrifici in un paese fallito ma democratico e libero?
In entrambi i casi, il popolo (sovrano) sarà ridotto con le pezze al c..o.
Bello il commento di Michelangelo, che condivido in pieno! Anche io qui ad Atene ho brindato, attorno a un tavolo con altre dottorande di ricerca come me, con un liquore alla resina…Dolce e allo stesso tempo amaro. Perchè è bello e dolce essersi tolti (per ora) dalle scatole un primo ministro di cui dovevamo vergognarci, ma amaro perchè l’Italia è in una situazione difficilissima. E noi giovani ne pagheremo le conseguenze a lungo.
Io ho festeggiato,anzi abbiamo festeggiato.
Spontaneamente e senza averlo organizzato l’altra sera ci siamo trovati tutti in skype, una quindicina di amici, tutti italiani residenti all’estero. Chi dalla Spagna, dalla Germania, chi addirittura dal Costa Rica.
All’annuncio delle dimissioni abbiamo brindato.
Si perchè è sicuramente vero che la fine di Berlusconi non segna automaticamente l’inizio del mondo e del futuro che vogliamo
ma è altrettanto vero che ricomincia a darci un pó di dignità.
Quante volte noi residenti all’estero abbiamo subito l’umiliazione e gli sfottò degli amici ogni volta che lui ne combinava una delle sue. E tu sei li che cerchi di marcare distanza, di dire che gli italiani non sono tutti cosí.
Oggi non inizia l’eldorado, non ce ne siamo mai illusi. State tranquilli che i miei sogni di pensione e di un lavoro a tempo indeterminato sono appassiti da un pezzo. La mia generazione ha imparato fin troppo presto a non farsi illusioni.
Ma da oggi almeno siamo tornati alla normalità. La cacciata di mister B mi permette di uscire di casa e di non avere vergogna di essere italiano.
Quindi oggi festeggio.
E da domani come sempre saró in piazza a difendere i diritti in cui ho sempre creduto,contro Monti o chicchesia.
E sarò in piazza con la stessa gente di sempre, quelli che da sempre si preoccupano della sostanza e non della forma, quelli che condetegli un bicchiere perchè in questi 17 anni erano sempre lì impegnati a tenere assieme, a far del loro meglio, a ricostruire dove “quello là” era passato e aveva lasciato macerie.
Bravo Angelo, mi é piaciuto, tanto che, a mio parere, lo stesso tuo commento tradotto pari pari in italiano, non avrebbe lo stesso impatto e “fascino” di questo in dialetto dove si sente proprio la voce del “povero Cristo” del Popolo che parla e che subisce sempre…
Póra Italia, töta rüsgiada dai Bosi e i Berlüscù, che dopo majà e sbauscià i n’è ndàc senza pagà ol cünt.
Cóme me farà a curà chèsto Païs pèl e òs, töt piagà, e mia ü pitì de fórsa de stà in pé?
Chi l’ha öta se i gìuen i va mia a laurà, se i pàre de famèa i gh’a serà la fàbrica, se me ha inàc coi pensiù di èch, se i sciùre (mia töc) i paga mia i tàse?
Me farà fadìga, ma l’è sempre mèi fàla con ü galantòm, che con quàtro barlafüs chi ha sempre pensàa al só interès.
Un/paese/che/sta/male e il comune senso dell’allegria
Come molti, credo non sia confutabile l’amara e documentata analisi di Sergio sul pessimo stato di salute in cui questi anni di governo lasciano il paese Italia.
Come molti, credo però debba esserci consentito un momento (pur breve) di allegria liberatoria, per esprimere il profondo sollievo che questa prolungatissima uscita di scena finalmente ci concede. Evvvai!!
In moltissimi siamo ben consapevoli che la strada che si apre è ardua, rischiosa e prevede tempi duri: ma almeno si può finalmente riprovare a mettere in campo la serietà e la speranza concreta di riuscire a non affondare, a ripartire in modo più equo i prezzi da pagare, a ritrovarci un po’ più orgogliosi di essere les italiens.
Qualcuno ha detto:’Non è il 25 aprile’. E’vero, ma è pur sempre un gran bel 12 novembre.
Tanto più con questo po’ di sole che l’Estate di San Martino ci sta regalando…Come se il Santo Cavaliere (Martino, dico) volesse col suo ampio mantello unire in un abbraccio protettivo e confortante tutti quanti abbiano ed abbiano avuto a cuore il bene comune, di tutto il paese. Tutti, compresi quei ‘ragazzi che fecero l’Italia’ un secolo e mezzo fa, e non solo quelli.
Mi torna in mente un’osservazione di Michele Serra di qualche tempo fa: esiste, ed è diffuso, un comune senso dell’allegria che è molto lontano dal barzellettismo dozzinale così spesso messo in campo in questi anni nel giro delle cosiddette Alte Sfere.
Esiste e, nonostante tutto, resiste.
Insomma, caro UPper, lasciami rivendicare per oggi il diritto a questa sana allegrezza civica, come augurio e in bocca al lupo al nostro paese.
Cristina
Evidentemente “Casonsèl” non ha letto bene l’articolo.
Ho scritto c’è poco da festeggiare, ma evidentemente qualcuno fa finta di niente, come se ad aver mandato l’Italia al disastro fosse stato qualcun altro.
E a proposito di pensioni, caro “Casonsèl”, la legge di stabilità votata ieri da 308 parlamentari di PDL e LEGA (solo loro), prevede:
PENSIONI: aumento dell’eta’ pensionabile. Pensione di vecchiaia per tutti i lavoratori a 67 anni entro il 2026 e a 70 nel 2050.
BENZINA: aumenta l’accisa sulla benzina e sul gasolio. Sono state fissate a 614,20 euro e a 473,20 per mille litri di prodotto; a decorrere dal primo gennaio 2013 a 614,70 euro e a 473,70 per mille litri di prodotto.
TERREMOTO ABRUZZO: I cittadini dell’Aquila e delle zone terremotate, oltre a non vedere nulla in ricostruzione della loro città dopo 2 anni e mezzo dal sisma, dovranno riprendere a pagare le tasse nel gennaio 2012 con uno ‘sconto’ del 60%.
Devo continuare?
Sì contècc eh?
M’ vedarà adèss ol Monti (se ghe la fà…) co i pensiù.