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Intervista a Daniel Fasolin

Dopo aver informato del cambio di guardia tra Angelo Gandolfi e Daniel Fasolin alla guida del Gruppo Consigliare “Un Paese per star bene” lo scorso 4 novembre, avevamo promesso un’intervista al nuovo capogruppo. Finalmente io e Daniel riusciamo ad incontrarci. Ecco le risposte alle domande che gli ho posto:

 

1 – Daniel, il 28 novembre hai esordito in Consiglio Comunale come capogruppo consigliare di maggioranza.

Come è andata?

E’ andata bene. Sindaco e assessori hanno ottimamente esposto i temi all’ordine del giorno (qualche articolo di UPper ha parlato di rifiuti e bilancio) e risposto colpo su colpo agli interventi della minoranza. Non c’è stato bisogno di nessun ulteriore intervento, ormai siamo una squadra collaudata.

 

2 – Quale metodo di lavoro hai con i tuoi colleghi di “Un paese per stra bene” per preparare il consiglio Comunale?

Il metodo che utilizziamo caratterizza tutta l’azione di governo, non solo la preparazione al consiglio comunale.

Tutte le settimane facciamo giunte allargate (con assessori e consiglieri) e affrontiamo tutte le questioni sul tavolo. Cerchiamo di organizzarci predisponendo degli appositi “Ordini del giorno”, collegialmente affrontiamo le singole questioni e prendiamo una decisione in merito. Uno di noi si fa poi carico di seguire in prima persona l’evoluzione di una di esse, relazionando e aggiornando periodicamente il gruppo.

Il compito del capogruppo è quello di tenere un pò le fila di tutto questo percorso.

 

3 – A quasi metà mandato che giudizio dai dell’esperienza amministrativa che stai vivendo sia a livello personale e, in generale, quale il giudizio politico sull’attuazione del programma?

E’ vero, siamo già a quasi metà mandato! L’esperienza a livello personale è veramente positiva (anche se faticosa!). Fin da adolescente mi sono interessato di politica e vita civile, quindi entrare in amministrazione è stato come proseguire un percorso che mi ha dato modo di passare dalla fase di “osservazione, studio e critica” alla fase più propriamente “di azione”. Se poi si tratti di una buona azione o meno, lo giudicheranno i cittadini.

Devo aggiungere che lavorare con le persone del gruppo di Un paese per star bene è molto coinvolgente e appassionante, si cerca di sviscerare ogni argomento per trarne il profitto maggiore per i cittadini e questo è molto appagante. Non mancano i differenti punti di vista, ma sapere di lavorare tutti nella direzione del bene comune ti consente di trovare sempre un equilibrio.

Anche il giudizio politico non può che essere positivo. Seppur in presenza di un continuo taglio delle risorse, siamo riusciti a fare la politica che traspare dal programma: mantenimento dei servizi offerti nei campi di istruzione e servizi sociali, riduzione dei rifiuti ed efficienza energetica, introduzione di nuove tecnologie, PGT a consumo di suolo zero. Dobbiamo secondo me migliorare nella parte riguardante la partecipazione, ma ci stiamo lavorando.

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