Emergenza idrica scongiurata? Rimangono i danni della siccità tra le aziende agricole della valle San Martino
L’emergenza idrica sembra scongiurata, mentre rimangono i danni provocati dalla siccità tra le aziende agricole della valle San Martino
Con mio figlio Luca sono stato, negli ultimi giorni di agosto, a Cascina Costa Antica, che si trova in località Costa di Monte Marenzo. Volevamo verificare i danni che la siccità sta arrecando all’agricoltura del nostro territorio. Qui ne ho discusso con il conduttore dell’azienda, che è anche il presidente dell’Associazione Agricoltori della Valle San Martino, il sig. Gustavo Centenaro.
L’azienda produce cereali, farro, mais antico per polenta, grano saraceno, frutta e ortaggi biologici: tutti prodotti adatti ai nostri terreni di collina, più poveri di quelli di pianura.
Inizia Gustavo: “Ogni anno gli agricoltori investono soldi contando sulla natura, pur sapendo che questo comporta rischi non prevedibili. Si spera sempre in un buon raccolto”.
Facciamo un giro per l’azienda: in un campo il mais ha pannocchie grosse, ma le piante soffrono, in un altro le pannocchie sono piccolissime e le piante sono rinsecchite, nel primo c’è acqua di affioramento, nel secondo no. Il grano saraceno è riuscito a fiorire nonostante la calura, ma è ancora piccolo.
Molte piante da frutta hanno le foglie gialle, i frutti cadono immaturi. Persino i lamponi non producono la seconda volta. Quello che distrugge, oltre alla drammatica mancanza di pioggia, è anche il concomitante aumento straordinario delle temperature.
I danni subiti dalle aziende agricole della Valle San Martino sono inequivocabili: in molti casi il mais è all’ottanta per cento andato perduto. Molti ortaggi non sono riusciti a compiere il loro ciclo vitale per il troppo caldo. Nelle serre la difficoltà è stata ancora maggiore: il surriscaldamento ha fatto marcire i pomodori. I prati hanno perso un taglio di erba e questo sta mettendo in difficoltà gli allevamenti. Ma non va senz’altro meglio a tutti i numerosi orti, che senz’acqua non riescono a sopravvivere.
Questo lungo periodo di siccità deve fare comprendere quanto l’acqua sia un bene prezioso, da non sprecare mai! Quando piove scende poca acqua e anche le piante con radici profonde soffrono e muoiono improvvisamente.
Quindi bisogna cominciare a riflettere seriamente su quali colture sia bene mettere in atto in terreni collinari come i nostri, proprio in relazione al fatto che periodi di siccità prolungata, e ormai non straordinari, possono distruggere interi raccolti. Cominciare a pensare anche ai cereali più adatti alla nostra valle, come il farro, la segale, il grano saraceno, che non hanno bisogno di molta acqua. Prodotti inoltre molto richiesti dal mercato, soprattutto dai Gruppi di Acquisto Solidali, che stanno sorgendo numerosi anche nella Valle San Martino e che potranno stimolare l’agricoltura locale, fatta di piccole realtà agricole ed anche di molti proprietari di terreni spesso sottoutilizzati o inutilizzati.
La crisi aiuta a pensare: se ho un pezzo di terra, invece di tagliare solo l’erba, perché non ricavo un piccolo reddito coltivando ad esempio segale, frumento antico o grano saraceno? Inoltre mangio un prodotto genuino coltivato nella mia valle. Occorre avere, come una volta, un mulino comune per la trasformazione anche di piccole quantità di cereali e che servirebbe proprio per incentivare non solo le grandi produzioni, ma anche le piccole, a vantaggio dell’economia locale e dell’ambiente. L’Associazione Agricoltori Valle San Martino è disponibile per eventuali informazioni sulle sementi, sulle tecniche di coltivazione e sui canali di vendita.
Giacomo Milani
NB: nella foto n° 6 il mais scaiolo di carenno, terreno coltivato dal Vicepresidente dell’Associazione Agricoltori della Valle San Martino Adelio Barachetti, sempre in località Costa quasi totalmente compromesso! (clicca sulle immagini per ingrandirle)