I ‘barboni’ di Paolo D’Anna ne’ “La notte del soldato”
Conosciamo Paolo D’Anna da una vita. Lo abbiamo visto fin da ragazzo a Calolziocorte, dove vive, appassionato di letteratura e di teatro.
Abbiamo spesso scambiato idee ed opinioni sul mondo culturale e abbiamo accolto con grande piacere che la sua passione divenisse un motore di proposte e di produzioni teatrali.
Scrittore, autore di testi teatrali e regista, si avvicina al mondo del teatro e della scrittura giovanissimo; inizia infatti a scrivere a 15 anni riempiendo album e quaderni di appunti, idee, stesure per spettacoli che resteranno per molto tempo nel fondo dei cassetti.
Nel 1995 esordisce con una breve raccolta di versi “Sopra il Muro Bianco” – Edizioni dell’Ombra. Nel 1997 fonda con un gruppo di amici il periodico di cultura e informazione “ Proposta“. Nello stesso anno inizia a scrivere testi teatrali.
Come scrittore esordisce nel 2001 con il libro che presentammo anche a Monte Marenzo: “Lettere da Ketama”, diario di un viaggio in Marocco, con l’introduzione del nostro Angelo Gandolfi.
Nel 2010 esce la raccolta di poesie e filastrocche “Il giardino di Mirò”. Per il teatro ha scritto e diretto diverse opere tra cui “Il teatro di Eduardo”, “Il Teatrino di Farinelli”, “Festa Granda”, “Eroi e briganti d’Italia”, “Pulecenella zompa e vola” e “La notte del soldato”.
Ieri sera Paolo D’Anna era in Biblioteca a Monte Marenzo a presentare il suo romanzo “La notte del soldato”, ospite e ideatore di “Arteatro” “Arteatro”, piccolo festival delle arti teatrali in Val San Martino, giunto alla sua 7^ edizione.
Alla nostra precisa domanda Paolo risponde che Il libro non è, come qualcuno pensa, la trasposizione della sceneggiatura teatrale dello spettacolo del 2006 che aveva lo stesso titolo e che è stato rappresentato con la partecipazione di Franco DeFilippi e Antonio Schiripo, l’incontro tra un clochard e un uomo che scopre all’improvviso di non avere nulla. Due disagi che si incontravano e si scontravano in un contrasto stridente tra reciproco rifiuto e disperata urgenza di comunicazione.
Il volume presentato ieri sera racchiude sì, in appendice, il testo teatrale, ma è la riscrittura di un nuovo testo, un romanzo, in cui il protagonista assoluto è uno dei personaggi dello spettacolo, il clochard Libero che trascorre le sue giornate negli angoli delle strade, per fuggire dai fantasmi del passato che lo inseguono. Fedele compagno il suo cane, o meglio il ricordo del suo cane morto, con il quale Libero discorre della sua vita.
Un esempio della scrittura del nuovo romanzo di Paolo D’Anna è stato ascoltato ieri sera, grazie all’interpretazione di Salvatore De Gennaro (qui nelle foto di Adriano Barachetti) che, in un breve ma intenso monologo, ci ha suggestionato su come verrà rappresentato questo nuovo testo in una nuova piece teatrale.
Salvatore De Gennaro, attore e cantante, nato a Napoli nel 1980. Studia e si laurea a Bergamo in lingue e letterature straniere.
Appassionato di musica, teatro, canto e danza, ha portato in scena Pulecenella zompa e vola, Eroi e briganti d`Italia, Novecento, ecc. Nel 2010 con lo spettacolo Il Teatro di Eduardo gli è stato assegnato il premio Arteatro quale miglior artista della stagione teatrale.
Paolo D’Anna racconta di come nasce questo testo: la sua curiosità, nel vedere alcuni “barboni”, di conoscere i motivi della loro vita ai margini. Immaginare quindi storie, sentimenti, affetti, vicende, passioni, amori di uomini ripiegati dentro se stessi o che ci urlano addosso la loro angoscia.