C’era una volta la Pasqua
Sabato 27 marzo presso la Biblioteca civica di Monte Marenzo, quest’ultima e la Parrocchia di S. Paolo hanno messo in scena una lettura in preparazione della Pasqua, dal libro C’era una volta la Pasqua al mio paese, di Luisito Bianchi. Su un fondale spoglio dove scorrevano le immagini montate da Graziano Morganti di chiese e campanili si sono alternati alla lettura Cristina Melazzi, Sergio Vaccaro e Angelo Gandolfi. Don Giuseppe ha introdotto il racconto con il passo del Vangelo di Marco che coglie l’attimo in cui il Cristo muore.
La narrazione di Luisito Bianchi si snoda tra i ricordi delle Pasque della propria fanciullezza scandite dal rito del legare e slegare le campane. E il protagonista, ritornato vecchio, risale i 114 gradini della torre campanaria lasciandosi portare dalla fantasia e dalla curiosità di interpretare le figure marginali del Vangelo, scrivendo tra le righe bianche del sacro libro una storia singolare: l’autentica vicenda del soldato che sul Golgota bagnò le labbra di Gesù con l’aceto. Quanto tramandato dalla tradizione viene completamente ribaltato: il soldato non è più la figura dell’infame che volle imprimere l’ultima tortura al crocifisso nel momento della morte, ma un disperato costretto ad usare la spada per sfamarsi che, per ridare senso ad una vita senza misericordia, tenta di rianimare il Cristo nella speranza che il profeta Elia, con rombo di tuono, arrivi in tempo a salvarlo. Nessun Elia potrà sottrarre Gesù dal suo tragico destino umano, ma nel momento del suo ultimo respiro compie il miracolo di donare al soldato un cuore di carne.
Nell’introduzione Andrea Mangione ha citato alcuni brani della prefazione di C’era una volta Pasqua al mio paese, in particolare la bella immagine di Luisito Bianchi che “Tra una riga e l’altra dell’Evangelo c’è uno spazio bianco che può essere occupato dalla tua fantasia… Devi solo, quando racconti una storia, rifarti un cuore di ragazzo.”
La lettura ha stimolato alcuni interventi dal pubblico presente, giocati sul filo della memoria di Pasque lontane, tra fede, religione, antropologia e tradizioni popolari.
Che bello deve essere stato! Purtroppo non siamo riusciti a partecipare, speriamo nella prossima occasione, ci piacerebbe portare anche le bambine, che spesso ci aiutano a “rifarci un cuore da ragazzo”…. Buona Pasqua a tutti.
Una serata semplice, ben riuscita e carica di tanti significati che aiutano a condividere ciò che ognuno di noi ha sperimentato nel suo vivere. E’ bello mettere in comune le esperienze che la vita ci dona, sapendo andare oltre i cammini molto personali che diventano un bagaglio da non tenere per sè, ma da condividere nel raccontarlo a chi ascolta e desidera arricchirsi. Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la serata e che credono nel pluralismo e nella condivisione. La Pasqua è una grande occasione per unire tutte le forze e realizzare la pace e la giustizia che sono doni del Risorto. Auguri a tutti e in particolare a coloro che hanno tanta voglia di camminare e costruire insieme.
Serata veramente straordinaria. Tutti quelli che hanno partecipato hanno apprezzato i contenuti della rappresentazione.
I ricordi della Pasqua di qualche anno fa (qualche decennio forse) ci hanno fatto tornare fanciulli. E con quello spirito abbiamo apprezzato il raccono di Luisito Bianchi.
Grazie al publico che è intervenuto e grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della serata: gli amici di sempre (Angelo, Cristina e Graziano, veramente bravissimi come attori, registi e per la scelta delle musiche e delle immagini), i nuovi amici (Andrea che ha presentato la serata e Don Giuseppe che ha contribuito ad animarla coi suoi interventi) e, come sempre, l’aiuto del sindaco Gianni.