Una storia vera dedicata alla giornata contro la violenza alle donne
Correva l’anno 1932 o suppergiù…. Questo è quanto mi ha raccontato la mia mamma che ora ha 88 anni.
“Avevo otto anni e la mia più cara compagna di scuola e di giochi era una bambina molto povera di nome Angelica. Le davo spesso la merenda, perché era affamata, ed il mio passatempo preferito con lei era toglierle dalle lunghe e folte trecce pidocchi a volontà, sedute di nascosto su di una balla di fieno in stalla!
Ma questa è il solo particolare divertente di tutta la storia.
Perchè questa mia amica tremava ogni giorno quando doveva tornare a casa, pensando al babbo. ‘Speriamo che non sia ubriaco, questa sera’.
Eh sì, brutta bestia il vino, e quel povero uomo, appena aveva un po’ di soldi, andava all’osteria e al ritorno a casa giù botte alla moglie ed i cinque figli erano terrorizzati.
Impediva anche alla moglie di lavorare, quindi regnava solo miseria.
Una sera tornò a casa più ciucco del solito e riempì la moglie di botte.
Ma quella volta lei aspettò che si fosse addormentato, poi con un coltellaccio gli trafisse il cuore. Poi corse tutta pesta in paese dalla cascina poco lontana in zona Fornaci e andò a chiamare i carabinieri.
Cosa successe poi?
Il paese si strinse finalmente intorno a lei in solidarietà.
Quando la bara di legno povero passò per il paese la gente si mise ad insultarla e a sputarle addosso.
Il parroco non fece entrare in chiesa la bara che fu sepolta nel campo sconsacrato fuori dal cimitero.
E cosa successe alla donna?
Dopo l’interrogatorio tornò a casa dai suoi figli. Le fu dato un alloggio in paese. Il segretario del fascio le diede un sussidio e lei potè anche trovare un lavoro saltuario. La sua vita cambiò.
Pontirolo Nuovo provincia di Bergamo ottant’anni fa.”
Senza giudizio alcuno, solo fatti da commentare
Marilena