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Bilancio comunale 2012, chiuso un anno difficile

“Voi sindaci operate da sempre nello spirito dell’interesse Comune, confrontandovi responsabilmente con difficoltà sempre più gravi e stringenti. Nel condividere l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici, avete dato apporti di fatto e progettuali. Per questo, nel combattere questi continui assalti mediatici, il presidente della Repubblica sarà sempre al vostro fianco”.

Così il Presidente Napolitano rivolto ai sindaci il 6 dicembre, rispondendo al grido di dolore portato dal presidente ANCI Delrio “…stiamo lavorando con forze politiche e governo ma aspettiamo gesti concreti altrimenti non saremo più in grado di assolvere al nostro ruolo”, e di Fontana presidente ANCI Lombardia “…siamo in una situazione gravissima di disperazione, ci rivolgiamo a lei [Napolitano] come all’unica persona che possa darci una mano”.

Le divisioni tra amministrazioni di destra e sinistra impallidiscono di fronte ai problemi economico-finanziari e istituzionali che stanno strangolando i comuni, sempre più incapaci di rispondere ai bisogni della propria gente e dei propri territori.

Monte Marenzo non fa eccezione, anzi, dovendo garantire servizi di eccellenza non comuni per le piccole comunità, fa più fatica di altri.

Alla chiusura del Bilancio 2012 di fine novembre è emersa la crudezza delle cifre (solo per citare le più consistenti e comunicate nelle ultime settimane) che vale più di mille opinioni:

  • -29.800 euro del Fondo dello Stato per i comuni;
  • -6.800 euro contributo regionale per i giovani (contributo azzerato);
  • -2.700 euro contributo regionale Centro servizi all’infanzia;
  • -13.000 euro dalla regione a sostegno degli affitti e per il buono socio-sanitario.

Come se non bastasse, a causa della crisi gravissima dell’edilizia, è mancata l’entrata degli oneri di urbanizzazione (incassati 4.000 euro al posto dei soliti 50.000 all’anno), indispensabile per le manutenzioni e per piccole opere pubbliche. Inoltre, per effetto della legge che blocca gli investimenti, il comune ha dovuto rinunciare alla messa in sicurezza del torrente Prisa (costo dell’opera 250.000 €, di cui 120.000 a carico della Comunità Montana).

Un quadro preoccupante sul quale il 15 novembre è piombata la tegola del conto di €.32.548 presentato dal comune di Calolziocorte. Si tratta della perizia suppletiva per la realizzazione della fognatura verso il depuratore consorziale, che si aggiunge ai 170.000 euro già pagati dal comune (parte con i canoni di depurazione, parte con mutuo). Nel 2007 il comune aveva autorizzato questa spesa in più, ma i 32 mila euro non sono mai stati scritti a bilancio e quindi si tratta di un debito fuori bilancio.

Quindi, per onorare l’impegno verso il comune di Calolziocorte e non avendo disponibilità nei capitoli di bilancio si è dovuti ricorrere ad un prestito presso la Cassa dei comuni, con un interesse pari al 4% con restituzione in nove anni. L’ultimo prestito possibile per Monte Marenzo a causa dell’attuale legge sugli indebitamenti degli enti locali.

Per pareggiare le altri minori entrate è giunto, per fortuna, un credito IVA di quasi 31.000 €. L’impegno che l’Amministrazione comunale aveva assunto – tutelare la sicurezza pubblica riqualificando il sistema di videosorveglianza anche con telecamere per riprese notturne e lettura targhe -, in assenza degli oneri di urbanizzazione è stato deciso di coprire la spesa con le sanzioni del codice della strada incassate col telelaser, sino ad ora impiegato alla Levata e nel capoluogo (via Manzoni).

Sino ad ora il comune si è rifiutato di tagliare, o ridurre i servizi alla popolazione. Il prossimo anno, con l’entrata in vigore del patto di stabilità, la partita si farà ancora più difficile e l’equilibrio economico-finanziario del comune dipenderà in gran parte dalle entrate IMU. Sarà fondamentale che la legge cambi, non solo per lasciare ai comuni il 50% del gettito che ora va allo Stato, ma anche per affidare alla piena responsabilità delle comunità locali la possibilità di modulare aliquote e sgravi più vicini alle condizioni socio-economiche dei propri cittadini.

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