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La frana di Ravanaro nell’aggiornamento del piano di Protezione Civile

Il piano di Protezione civile del comune di Monte Marenzo è stato approvato nell’ultima seduta del Consiglio comunale. Il nostro piano comunale è parte di un piano sovracomunale redatto dal geologo Luigi Corna, su incarico della Comunità montana Valle San Martino per conto dei comuni membri.

il dott. Corna, presentando il Piano ai consiglieri comunali, ha sottolineato come gli elaborati si dividano in due parti: il piano di emergenza vero e proprio e l’aggiornamento del piano relativamente alla ripresa del movimento franoso in località Ravanaro, già noto dal 1994.

La legge assegna al Comune un ruolo da protagonista in tutte le attività di protezione civile (previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza), soprattutto nella fase di gestione dell’emergenza. Il Sindaco è l’autorità comunale di protezione civile, a cui spetta la responsabilità di assumere la direzione dei servizi di soccorso e l’assistenza alla popolazione colpita.

Il Piano è il documento fondamentale che analizza i fenomeni, naturali e non, di un determinato territorio, indica la azioni per prevenire le situazioni di rischio, stabilisce le procedure per organizzare e preparare i volontari ad operare nella prevenzione e nell’emergenza e, quando questa si dovesse verificare, nel piano si trovano i protocolli per intervenire in modo coordinato ed efficace.

In ogni comune deve essere individuato un Referente Operativo Comunale (ROC), che costituisca un riferimento fisso e permanente, in costante reperibilità, e l’Unità di Crisi Locale (UCL), composta dal sindaco,dal ROC, dal tecnico comunale, dai volontari, dalle forze dell’ordine, ecc., con il compito di mettere in atto il Piano di Emergenza e supportare il Sindaco nelle azioni decisionali, organizzative, amministrative e tecniche.

Questa in grande sintesi la struttura del Piano di emergenza, che l’Amministrazione comunale porterà prossimamente a conoscenza della cittadinanza, affinché tutti si sentano parte attiva nella gestione di eventuali calamità naturali e nell’affrontare i rischi derivanti dalle attività umane.

Un primo banco di prova è, purtroppo, una situazione di rischio concreto presente nel versante boscato della frazione Ravanaro, che si affaccia sul fondovalle di Calolziocorte.

Molti nostri lettori si ricorderanno l’evento del 25 gennaio 1994, quando un movimento franoso innescato dal peso e dall’erosione del depuratore costruito nel 1986, trascinò nell’alveo del torrente Carpine un’area d i circa 2000 mq.

Successivamente il versante ferito venne stabilizzato con opere di ingegneria naturalistica a cura del Genio Civile. Questo non ha impedito che nel corso del tempo l’area continuasse a scaricare continuamente massi e detriti nella forra del Carpine. La situazione si è ulteriormente aggravata e accelerata con le intense precipitazioni del 2010 e 2011, nonché ad opera dell’erosione del torrente sul fianco della frana, facendo precipitare a valle alcune migliaia di metri cubi di roccia. Sul terreno più in pendenza si notano fratture larghe anche di 10 cm. che corrono per circa 25 metri.

Il geologo ha evidenziato che, in caso di distacco del fronte di frana, questo andrà a interessare strutture e infrastrutture del sottostante territorio di Calolziocorte, soprattutto dove il terreno spiana e l’alveo del Carpine, poco profondo, non riuscirebbe a contenere la colata dei detriti.

L’Amministrazione di Monte Marenzo ha da tempo coinvolto Regione, Provincia, Comunità Montana, Comuni interessati, per condividere un percorso di messa in sicurezza dei luoghi, visti i costi ingenti degli interventi (circa 60 mila euro per il monitoraggio e oltre 300 per stabilizzare il movimento franoso).

Purtroppo le pessime condizioni economiche delle casse pubbliche non ha consentito, sino ad oggi, di avere la disponibilità degli enti interessanti, anche per una compartecipazione minima. Aver aggiornato il piano di Protezione Civile inserendo questa situazione di rischio è il primo passo per rilanciare la ricerca delle risorse economiche necessarie ad avviare gli interventi.

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