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‘Lo spirito’ di Don Luisito

L’inizio è stato emozionante per molti presenti.

Graziano Morganti aveva registrato l’intervento che Don Luisito Bianchi aveva fatto nell’aprile del 2005 quando venne a Monte Marenzo per presentare “La Messa dell’Uomo disarmato”.

E’ bastato ascoltare per un breve minuto la sua voce perché “lo spirito” di Don Luisito si ripresentasse nuovamente in Sala Civica, come otto anni fa.

L’occasione ieri sera era diversa. Luisito è morto nel gennaio dell’anno scorso, ma ieri abbiamo potuto riparlarne alla prima presentazione pubblica del libro inedito “Il Seminarista” edito da Sironi, uscito nelle librerie il 18 aprile.

Pier Carlo Rizzi e, dietro, l'immagine di Don Luisito Bianchi

UPper, la Biblioteca di Monte Marenzo e l’Associazione L’Altravia di Calolziocorte, con il patrocinio del Comune di Monte Marenzo, hanno anticipato tutti. Mentre stanno uscendo le prime recensioni entusiastiche sui giornali nazionali (L’Avvenire, Il Corriere, L’Eco di Bergamo), ieri sera abbiamo presentato il libro grazie all’aggancio offertoci da Pier Carlo Rizzi, che venne anch’esso a Monte Marenzo in quell’anno a presentare un suo libro, “L’eredità dello zio Guido”, ed. Garzanti, Premio Internazionale Mondello Città di Palermo Sezione opera prima 2005, e che istaurò con Don Luisito un intenso rapporto di amicizia.

Pier Carlo non si lascia pregare, parla a lungo di Don Luisito, del suo essere prete, della testimonianza di fede e di gratuità del suo Ministero, al suo caparbio rifiuto di percepire l’assegno destinato al clero.

Racconta diversi aneddoti e ci rivela  che il dattiloscritto de “Il Seminarista” giaceva nei cassetti di Don Luisito dagli anni ’70, non perché fosse un lavoro minore rispetto ad altri, semplicemente Don Luisito non aveva l’ambizione di considerarsi scrittore e molti dei suoi scritti, delle sue poesie, sono ora a disposizione del ‘Fondo Luisito Bianchi’ della Fondazione Dominato Leonense, di cui Pier Carlo Rizzi è segretario.

La prosa e la poesia di Luisito Bianchi è invece straordinaria. Tutti coloro che erano presenti ieri sera lo sanno ed hanno avuto modo di pregustare la lettura di due brani de “Il Seminarista”, ritrovando  la potenza della sua scrittura.

Scrittura che era senza ripensamenti, con pochissime correzioni, ci dice Pier Carlo Rizzi che ha riportato al computer migliaia di pagine di Don Luisito (trascrisse di notte tutte le agende del periodo in fabbrica di Don Luisito. Ne nacque un libro “I miei amici – Diari 1968, 1970”, edito ancora da Sironi nel 2008).

Luisito aveva questa capacità di elaborare nella mente ogni situazione, ogni parola, per giorni, e poi far passare dalla mente al braccio e dal braccio alla penna ed al foglio quei pensieri e farceli avere limpidi, intrisi di umanità e di fede.

Così accade ancora una volta con “Il Seminarista”, un romanzo di formazione ambientato nell’Italia fascista, dove il bambino che va in seminario, diventa prima ragazzo e poi giovane, al passo con la storia che si svolge intorno a lui, prima la guerra e poi la Resistenza.

Nel 1992, nella postilla a una sua raccolta di poesie, aveva scritto: «Se sono prete, e con il desiderio che il mio sacerdozio non sia un’aggiunta o una sovrapposizione al mio essere uomo (posso dire che sia un “tutt’uno”?) lo debbo a quel tempo che ha un nome ben preciso, non di mito o di trasfigurazione, e tanto meno di compiaciuta autoesaltazione, ma di carne viva, con le sue ferite e i suoi trasalimenti di gioia: “Resistenza”.

E’ così che si chiude la serata, con questa citazione, a conclusione di questa due giorni voluta dall’Amministrazione Comunale nel 70° anniversario dall’inizio della Resistenza.

Lascio la parola al pubblico, alcuni ricordano Luisito, raccontano come l’hanno conosciuto, cosa gli ha lasciato. Un anziano libraio che ha saputo della presentazione leggendo “L’Eco di Bergamo” è accorso qui ieri sera. Aveva la libreria in zona Corvetto a Milano e Luisito la frequentava spesso, comprava i libri da lui senza mai dire di essere prete (non aveva nessun simbolo che lo facesse apparire diverso da qualsiasi altra persona, per non porre barriere ideologiche a chi si confrontava con lui). Poi la presentazione e l’amicizia e così racconta di avere un dattiloscritto della Messa dell’Uomo disarmato!

Una coppia che arriva da Civate ha saputo l’altra sera alla casa sul pozzo che c’era un inedito di Don Luisito ed è corsa qui per scoprire di cosa si trattasse.

Graziano racconta del suo rapporto epistolare con Don Luisito, che riservava una attenzione specifica anche con una persona appena conosciuta…

Non facciamolo Santo però, dice Pier Carlo Rizzi e si immagina che ‘lo spirito’ di Don Luisito fosse lì ad ascoltarci, sorridendo contento di non dover dir nulla…

(alcuni momenti della serata nelle immagini di Adriano Barachetti)

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