Rammarico, delusione e impotenza sulla gestione dell’acqua
Il 14 Maggio si è tenuta a Lecco l’Assemblea dell’ATO per discutere e votare l’affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato (SII).
Nell’ultimo incontro, lo scorso dicembre, si era deciso di promuovere un’ analisi di approfondimento riguardo tre diverse possibilità di affidamento che seguono il principio dell’ house providing, escludendo di fatto da questo percorso informativo, che aveva come scopo raccogliere pareri ed informazioni sulle possibilità percorribili e su come percorrerle, l’affidamento ad un’azienda speciale, cioè quella che avrebbe dovuto essere la prima scelta secondo gli esiti referendari. Si è scelto quindi che quella strada doveva essere esclusa ancora prima di approfondirne aspetti positivi e criticità.
Nel frattempo sono arrivati agli enti locali, oltre gli approfondimenti tecnici sulle tre possibilità ancora in gioco, un approfondimento- proposta del Comitato dell’Acqua relativo all’azienda speciale (un documento serio e approfondito). Da sottolineare che il Comitato dell’Acqua inizialmente poteva partecipare alle assemblee ma non aveva diritto di parola: solo in una delle ultime assemblee è stata messa ai voti la possibilità del Comitato di esprimersi (!!).
L’altro ieri sera è stata data la possibilità al Comitato dell’Acqua di presentare la sua proposta nonostante questa non fosse all’ordine del giorno ( passaggio positivo!), poi però è stata messa ai voti la volontà di rimettere in discussione e quindi di votare l’opzione dell’Azienda speciale, la società pubblica indicata dal Comitato, e solo il 17 % (calcolando la popolazione dei comuni) si è espresso a favore di questa possibilità.
Indipendentemente dai contenuti, dare a questo tipo di gestione (visto l’approfondimento) la possibilità di essere discussa e messa ai voti sarebbe stato un passaggio democratico MINIMO. Invece per la seconda volta, escludendola dalla votazione, non è stata data la stessa possibilità a uno dei modelli possibili, tra l’altro quello che i cittadini italiani con l’esito del referendum hanno dimostrato di volere maggiormente.
Tanto rammarico e tanta amarezza relativa alla modalità della gestione politica di un tema così importante (ancora una volta non affrontato con trasparenza), legata a interessi particolari, lontana e sorda rispetto la volontà dei cittadini. Oltre che con una visione limitata e corta, che non fa tesoro delle altre esperienze estere e italiane, dove, dopo una gestione privata di questo bene indispensabile alla vita, si è fatto e si sta facendo di tutto per riavere una gestione pubblica (vedi Parigi, Napoli e la Provincia di Reggio Emilia).
E pensare che gli amministratori avevano avuto anche la possibilità, grazie all’incontro pubblico organizzato dall’Associazione L’Altravia di Calolziocorte, di conoscere e parlare direttamente con l’Assessore provinciale di Reggio Emilia, che a Olginate ha raccontato la sua esperienza e ha risposto alle domande dei presenti (con una preparazione fuori dal comune) dando informazioni essenziali che hanno portato alcune amministrazioni a prendere seriamente in considerazione la strada dell’Azienda speciale a capitale pubblico.
Alla fine della votazione è emersa come più votata l’opzione Idroservice, che in questo momento è una società di secondo livello (è controllata da Lario reti Holding, che a sua volta è partecipata da solo una parte dei comuni della provincia) e che rappresenta quanto di più lontano potesse esserci rispetto all’esito del referendum. Certo, è stata espressa l’intenzione di trasformarla in una di primo livello, ma in che tempi e con quali controlli? Speriamo non sia invece un primo scalino per portare ad una gestione privata della nostra ACQUA .
In mezzo a tanta amarezza vorrei ringraziare:
- il Comitato dell’acqua che tanto si impegna affinchè la gestione di questo bene prezioso sia il più possibile trasparente,efficiente e pulito e che dopo il referendum continua a essere un propositivo strumento di analisi e controllo della volontà di tanti cittadini italiani;
- l’associazione L’Altravia, perché è indispensabile per il suo lavoro e perché offre momenti informativi e di approfondimento sempre di primo livello;
- quelle Amministrazioni che con il loro impegno e il loro voto hanno scelto di sostenere l’Azienda speciale, almeno come proposta che meritava di essere approfondita, discussa e messa ai voti al pari delle altre.
Scusate per i fiume di parole ma la delusione è tanta.
Cinzia Mauri