La foto del giorno: “Al di là dell’ultima foglia”
Se andate a vederla, forse, è ancora là.
Nella piazza anfiteatro, a Monte Marenzo, ci sono 6 alberi. Sono ormai completamente spogli. Anzi, no!
E’ rimasta una foglia. Un’unica foglia proprio sulla cima di un albero.
Cristina mi chiama e me la indica. E’ lì, in alto. Guardandola da sotto in su la si vede isolata, nel cielo azzurro di oggi, proprio sopra la cima più alta del Resegone.
L’effetto ottico è particolare: il ramo che la sostiene è curvo, vicino ad un altro ramo spoglio, e la foglia pare l’architrave di un arco formato dai due rami. Sembra quasi che la foglia stia lì a proteggere il paesaggio sottostante.
Chiamiamo Adriano per fare una foto e ci mettiamo a discutere sul possibile titolo.
Un titolo in positivo, ci suggerisce Adriano. Graziano butta lì: “L’ultima foglia del 2013”.
L’arco che protegge il paesaggio ricorda a Cristina la scomparsa di Nelson Mandela, uno dei più grandi uomini del nostro secolo. Allora prova con un altro titolo “Io resisto”. Oppure un altro “Vi proteggo”.
Entrambi i suggerimenti, di Graziano e Cristina, mi rammentano un film del 1952, “L’ultima foglia” (di O. Henry), che io vidi da piccolo sulla TV in bianco e nero, ma di cui ricordo perfettamente il finale: una ragazza ammalata è convinta che morirà quando il vento avrà strappato l’ultima foglia al tralcio sul muro dirimpetto. Ma questa foglia non cadrà: un vecchio pittore l’ha dipinta sul muro durante la notte. Morrà il pittore che si è esposto al gelo notturno per consentire all’amica di vivere.
Tante associazioni per quell’unica foglia che di sicuro cadrà, quando verrà il suo tempo.
Però oggi è lì, da sola. Allora il titolo di Cristina è il più indicato e in positivo e, di questi tempi, non è poco: “Io resisto”.
Dopo la pubblicazione di articolo e foto, Cristina mi ha mandato il suo bellissimo commento. Vi invito a leggerlo qui sotto. Io intanto modifico il titolo: ‘Al di là dell’ultima foglia’
I nostro poeta e pensatore Sergio, unito oggi a Cristina, ci ha ancora una volta portato per mano partendo da cose da sempre attorno a noi ma che spesso non sappiamo cogliere perché andiamo troppo “di fretta” così da perdere la nostra saggezza.
Condivido l’immagine descritta da Cristina di “questa foglia ostinata e questo largo orizzonte” e la sommessa ed umile dedica, alla quale mi associo, nel ricordo del grande Madiba che con il suo esempio ed i suoi insegnamenti ha segnato la nostra epoca.
Tornando a casa, dopo il nostro incontro ‘con il naso in su’, mi sono venuti questi pensieri,senza sapere che Sergio, in tempo reale,aveva già postato foto e commento!
ve li mando comunque, con il nuovo titolo che li accompagna…
‘Al di là dell’ultima foglia’
Un’ultima foglia, così autunnale e decisamente vissuta, che ancora resiste alla cima di uno degli alberi in piazzetta, attira il nostro sguardo e ci induce a qualche fugace pensiero sulla caducità delle cose…
eppure, non c’è solo malinconia in quest’immagine, come mai?
se alziamo appena lo sguardo, seguendo l’invito che l’arco del ramo sembra suggerirci, ecco, poco al di là di questa ultima foglia, ci appare, chiaro e disteso in questa bella giornata di sole invernale, l’orizzonte innevato del Resegone
chissà perché, mi viene in mente il messaggio della nuova meridiana dipinta sul fianco della Chiesa Parrocchiale, a proposito di permanenza e im-permanenza, di ciò che resta e ciò che se ne va, del nostro passaggio di esseri umani
ieri sera, dopo aver molto vissuto, ci ha lasciato una delle più significative figure del nostro tempo, che resterà -con i suoi occhi ridenti semichiusi- l’emblema della lotta possibile per la dignità umana
se ci è consentito, Madiba, questa foglia ostinata e questo largo orizzonte, oggi li dedichiamo, sommessamente, da un piccolo paese della terra, a te.
cristina