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Santa Margherita AD 1204

Anno Domini 1204. Tre uomini sono sul monte che oggi conosciamo con il nome di Santa Margherita. Sono in una radura più in basso e fuori dalla cinta muraria di un insediamento fortificato che è sulla sommità.

Il primo personaggio è un uomo di fiducia del padrone di quelle terre. Ha accompagnato il secondo personaggio al quale il padrone ha affidato il compito di erigere una piccola chiesa proprio lì. Il terzo personaggio è solo l’assistente del secondo, dovrà seguire le sue istruzioni.

Il plenilunio dell’equinozio di primavera è avvenuto il 18 aprile, di domenica. La data del giorno di Pasqua, quell’anno è stata la domenica successiva, il 25 aprile. Pasqua alta, si dice.

L’uomo pagato dal padrone osserva il punto in cui il sole si leva. Traccia dei segni sul terreno. Esegue calcoli. Il lavoro è lungo e minuzioso…

Si potrebbe immaginare una storia così per cercare di figurarsi come e quando è avvenuto il momento in cui si è tracciato l’orientamento della Chiesa di Santa Margherita a Monte Marenzo.

Con la nostra fervida immaginazione potremmo descrivere i tre uomini, il paesaggio che li circonda…

La storia forse potrebbe essere proprio questa. E l’anno l’inizio del XIII secolo, anzi con buone probabilità l’anno domini 1204…

 

Sabato 14 giugno, in occasione del convegno intitolato “Alle origini del Lavello. La Val San Martino tra X e XI secolo” tenutosi al Monastero del Lavello in occasione della ricorrenza dei mille anni dalla prima citazione storico documentaria del Lavello (1014-2014), il Prof. Adriano Gaspani ha reso noti i risultati delle sue ricerche svolte a partire da febbraio.

Il Prof. Gaspani, dello staff dell’Osservatorio Astronomico di Brera (Milano), Membro della S.I.A. (Società Italiana di Archeoastronomia) sin dalla sua fondazione, svolge le sue ricerche nel campo dell’Archeoastronomia con particolare riferimento ai periodi protostorico e medioevale in Europa e relativamente al perfezionamento delle tecniche di rilevamento dei siti archeologici di rilevanza astronomica.

A lui è stato affidato dalla Fondazione del Monastero del Lavello, il compito di compiere il rilievo topografico e di orientazione della chiesa di Santa Margherita a Monte Marenzo e di altre chiese della nostra Valle.

Ne avevamo scritto in un articolo https://www.unpaeseperstarbene.it/2014/un-archeoastronomo-a-santa-margherita/ e sabato abbiamo potuto ascoltare la sua conferenza “Sol omnibus lucet. Astronomia, geometria e simbolismo cosmico medievale nelle chiese romaniche di Santa Maria del Lavello a Calolziocorte, San Lorenzo Vecchio a Rossino, San Michele dei Longobardi e Santa Margherita a Torre de Busi e Santa Brigida a Lorentino”.

Il Prof. Gaspani introduce il suo studio facendo riferimenti sull’orientazione astronomica delle chiese. Può essere utile riportare un breve stralcio di un suo scritto in rete sul sito http://www.duepassinelmistero.com/Orientazionechiesecristiane.htm

 

Il Prof. Adriano Gaspani - Foto D. Butta

“Sin dagli albori del cristianesimo era diffusa la tradizione di orientare i templi, o più in generale i luoghi di culto, verso la direzione est secondo il criterio denominato “Versus Solem Orientem” in quanto, analogamente ai pagani, anche per i cristiani la salvezza e la rinascita erano collegate alla generica direzione cardinale orientale. Gesù Cristo aveva come simbolo il Sole (Sol justitiae, Sol Invictus, Sol Salutis) e la direzione est era simbolizzata dalla croce, rappresentazione del simbolo della vittoria. La simbologia solare così direttamente collegata al Cristo richiedeva quindi un’attenta progettazione dei luoghi di culto e un’altrettanto attenta loro orientazione rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali. Nelle Costituzioni Apostoliche (II,7) del IV e V secolo veniva raccomandato ai fedeli di pregare dirigendosi verso l’est e lo stesso celebrante durante l’”Actio Liturgica” doveva parimenti essere rivolto in quella direzione; le Costituzioni Apostoliche, pur non risalendo agli stessi Apostoli, riflettono sicuramente le usanze e le consuetudini più antiche in questo senso. Come conseguenza di tali prescrizioni, tecnicamente si rese necessario progettare e costruire le chiese orientate con l’abside verso oriente e la facciata con la porta d’ingresso in direzione occidentale rispetto al baricentro della costruzione.”

E più sotto un’altra nota: quella della

“…consuetudine, talvolta seguita, di celebrare solennemente il rito di fondazione del luogo sacro all’alba del giorno di Pasqua. In quel giorno il punto di levata del Sole all’orizzonte naturale locale definiva solennemente la direzione verso cui l’asse della chiesa doveva essere diretto e verso cui l’abside doveva essere costruita.”

Così entra in gioco l’astronomia, ben conosciuta e studiata sin dall’antichità, con calcoli di equinozi e solstizi per determinare con precisione come e dove edificare una chiesa. Al tempo non c’erano calcolatori elettronici e satelliti GPS. C’era il pallottoliere e la conoscenza della geometria.

Invece oggi la tecnologia ci viene in aiuto, teniamo conto dello sfasamento del calendario Giuliano e…

E il gioco è fatto, direte voi. In realtà il calcolo per determinare l’anno di edificazione di una chiesa è complesso e potrebbe essere vanificato dagli interventi architettonici che sono intervenuti nel corso dei secoli.

Comunque il Prof. Gaspani mostra una serie di slides al pubblico. Se ho preso nota con esattezza dei dati (ma ovviamente se ho errato correggerò subito), veniamo a sapere che:

  • l’antica Chiesa del Lavello (quella i cui resti si vedono sotto l’attuale pavimento trasparente nella navata sinistra) data tra il IX e XI secolo;
  • il primo sacello di San Lorenzo vecchio a Rossino è del 482. La chiesa romanica susseguente ha tre possibilità: 1210 – 1283 – 1294. La terza chiesa (che ingloba tutto) è del 1450;
  • Santo Stefano (già San Michele dei Longobardi) è del 647 per la prima chiesa;
  • Santa Brigida è “difficile” ed anomala da valutare per i diversi interventi edilizi che l’hanno stravolta e per il campo magnetico che la investe. L’ipotesi è quella che il nucleo più antico sopravvissuto risalga al XIII secolo;
  • Santa Margherita? E’ del 1204. Quindi è lì, sopra l’abitato di Monte Marenzo, da ben 810 anni!

Per tutte un dato comune: la fondazione di tutte le nostre chiese risale alla Pasqua di quegli anni.

Gli atti del Convegno tenuto sabato saranno spero presto pubblicati (così ci dice il vicepresidente della Fondazione del Lavello, Dario Dell’Oro), così avremo modo di conoscere nel dettaglio molte altre particolarità.

Intanto grazie alla Fondazione del Lavello e al Prof. Gaspani per questa ricerca che ci rivela un dato importante della nostra Santa Margherita.

Gli affreschi, si sa, sono invece del XIV e XV secolo. Ma qui dobbiamo allora immaginarci un’altra storia, quella di un frescante di duecento anni dopo…

 

Le immagini del Convegno sono di Danilo Butta che ringraziamo.

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