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Lettera aperta al Presidente Renzi sui tagli alla sanità

Riceviamo e pubblichiamo dagli amici una lettera aperta inviata da UILDM Lecco e dall’Associazione Lo Specchio di Calolziocorte al Presidente Renzi sui tagli alla sanità.

 

format_panel_web-letteraA MATTEO RENZI

Presidente del Consiglio

Palazzo Chigi

ROMA

 

Caro Presidente, siamo un gruppo di disabili con relativi familiari e amici di supporto al seguito.

Da sempre e per tutta la vita dobbiamo dividere l’esperienza quotidiana con dolori, cateteri e altre centinaia di ausilii che sostituiscono quello che in noi si è rotto o funziona male, per non citare medicine e terapie, mancanza di autonomia e difficoltà di relazione.

Come vedi, e come certamente sai, siamo abbastanza corazzati ad affrontare le intemperie dell’esistenza. Però, ogniqualvolta sentiamo arrivare il vento di “tagli degli sprechi in sanità”, o “riorganizzazione dei servizi socio-sanitari”, o ancora “determinazioni in merito alla appropriatezza delle prestazioni in campo sciale e sanitario”, abbiamo sempre l’oscuro presentimento che alla fine di questi processi saremo noi a rimetterci le penne; in qualche misura anche in senso non solo figurato.

Perché, credici, così è sempre stato. La razionalizzazione e le innovazioni del sistema assistenziale e socio-sanitario, che pure devono essere perseguite per consentire a quest’ultimo di reggere nel tempo, si sono sovente risolte in una restrizione dell’insieme dei presidi e delle funzioni che ci aiutano a rendere meno insopportabile la nostra giornata e di quanti si prendono cura di noi (raramente ragioniamo in prospettive a lunga scadenza).

Lo stesso timore ci ha preso leggendo le prime indicazioni del provvedimento relativo alla sanità che il tuo Governo ha inserito nel decreto sugli enti locali diventato di recente legge.

A quanto sembra il taglio di circa 2,3 miliardi di euro annui interessa le prestazioni di specialistica ambulatoriale e i ricoveri per riabilitazione, le prescrizioni sovradimensionate, i dispositivi medici fra i quali rientrano anche gli ausili, le protesi, le ortesi e, ad esempio, i prodotti per l’incontinenza o per le persone enterourostomizzate.

Appare ovvio che incidere su queste erogazioni significa incidere sulla qualità della vita delle persone, anche se siamo tentati di dire, in qualche misura, sulla nostra capacità di restare agganciati a questa stessa vita.

Guarda che noi siamo consapevoli della necessità di lavorare sul contenimento della spesa, perché tante sono ancora le pratiche finalizzate a speculare e indebitamente arricchirsi ai danni delle persone malate e fragili. Non solo; pure le modalità più trasparenti, come quella di affidare ai manager – retribuiti con generosità e benedetti con lauti premi di risultato – la gestione del settore sanitario in un’ottica di sana imprenditorialità, si è risolta in un malinconico incremento della burocrazia e in una contrazione dei servizi, senza tuttavia fermare la dilatazione della spesa.

Quindi, sì occhio alla spesa, però senza perdere di vista lo spirito della nostra Costituzione, che tutela lo stato di benessere dell’individuo come diritto sostanziale e soggettivo, nonché come patrimonio della collettività.

Alcune volte, invece, ci assale il dubbio che la persona disabile sia percepita più come un vuoto a perdere, un peso, piuttosto che portatrice di valori umani e civili utili alla comunità. Eppure la storia insegna come la suggestione di costruire società di donne e uomini superiori e tutti perfetti, è stata l’incubatoio di orrori finiti in tragedia.

Tornando a noi e alla legge in questione ci aspettiamo, caro Presidente, che come dichiarato dal Ministro Lorenzin i risparmi ottenuti sul taglio agli sprechi siano reinvestiti nel settore sanitario e, diciamo noi, la rimodulazione della spesa sia attenta alle necessità delle persone disabili. Non perché è politamente corretto essere buoni e generosi, ma perché chi ha la responsabilità del governo del Paese deve essere semplicemente giusto. Per non incorrere in errori ed omissioni ci permettiamo consigliare, prima di mettere in moto la macchina per tosare gli sprechi, di sentire i disabili e le loro organizzazioni. Per carità niente tempi lunghi e dilatori, dei quali, come te, abbiamo orrore, ma una roba di poche settimane, prima di entrare nella fase esecutiva.

Dopo esserci confrontati a viso aperto, siamo convinti che in qualche modo saprai condividere il nostro orizzonte e agire di conseguenza.

Grazie e buon lavoro.

 

Comm. Gerolamo Fontana

Presidente

UNIONE ITALIANO LOTTA ALLA DISTROFIA MUSCOLARE – PROVINCIA DI LECCO

gerolamo.fontana@alice.it

 

Alberto Nava

Presidente

ASSOCIAZIONE LO SPECCHIO – Tutela dei diritti dei disabili

alberto.nava@tin.it

 

 

20 agosto 2015

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