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“Vogliam la pace e non mai più la guerra” nelle parole del diario di Arturo Sala e nelle canzoni di “Chichecanta”

Comincio con il fuori programma di ieri sera perché veramente inatteso, non preparato, eppure di grande intensità.

Si è appena concluso con un bis lo spettacolo in Sala Civica a Monte Marenzo, una replica di “Ragazzine vi prego ascoltare. Parole e canti della ‘gente comune’ in tempo di guerra” già presentato al Monastero del Lavello il 22 novembre scorso (https://www.unpaeseperstarbene.it/2015/al-lavello-le-parole-e-i-canti-del-grande-inganno-della-guerra/). Qualcuno è già uscito dalla Sala, ma molti spettatori che hanno assistito alla rappresentazione sono rimasti in piedi e parlano tra loro di quanto appena ascoltato. Qualcuno vorrebbe un altro bis del Coro Chichecanta, dopo quello eseguito a fine spettacolo.

E’ Graziano Morganti a salire sul palco (colgo l’occasione qui per ringraziarlo per tutto il lavoro organizzativo) e chiedere di eseguire una canzone approfittando della presenza in Sala di Eugenio Mazzoleni, conosciuto al suo paese, Torre de Busi, come ‘grande cantore’. Poco prima il Coro, durante lo spettacolo, ha proposto un brano raccolto, lo scorso anno, proprio dalla voce di questo cantore.

Ci vuole un po’ per rimettere tutti sul palco e Renata Tomasella, Direttrice del Coro, invita Eugenio Mazzoleni ad intonare le strofe di “Prendi il fucile e gettalo giù per terra”, una rielaborazione del canto militaresco O Dio del cielo, che i soldati al fronte trasformano in canzone contro la guerra. Il Coro riprende il canto di Eugenio e, nel finale, è tutto il pubblico ad unirsi e cantare “Vogliam la pace e non mai più la guerra”.

E’ questo il messaggio che viene da Monte Marenzo, da cogliere proprio in questi tempi di guerre e terrorismo. Tutte le canzoni proposte esprimono un deciso no alla guerra, così come le parole del Diario di Arturo Sala che abbiamo riascoltato ieri sera, a cento anni dalla loro stesura.

Ruggero Meles lo spiega all’inizio di questo ‘adattamento teatrale’ curato da Cristina Melazzi e Sergio Vaccaro: le ‘parole’ sono tratte dalle pagine di un particolare documento privato: il “Diario della vita in guerra” vergato a mano da un giovane soldato, nato poco lontano da qui, sulle sponde dell’Adda, arruolato nel 91° Reggimento Fanteria, in azione sul fronte del Cadore tra il 1915 e il 1916.

L’Autore così si presenta nelle prime pagine del suo scritto: “Sala Arturo / di Carlo e di Ticozzi Luigia. / Nato il 27 settembre 1889/ in Olginate Provincia Como / professione tornitore meccanico. / Diario della vita in guerra / dal 10 maggio 1915 / al 17 luglio 1916 / il vero scritto in breve.”

Il Diario è composto da tre quadernetti dalla copertina nera, custoditi in una busta di tela militare, consunta. Sono dunque le parole di Arturo Sala, tornitore di Olginate, quelle che abbiamo ascoltato dalla voce di un giovane dei nostri giorni, Simone Gambirasio: un ‘ragazzo comune’, proprio come lo era il giovane che, cent’anni fa, partì per il fronte quando ancora non aveva compiuto i 26 anni e probabilmente non aveva mai lasciato, prima di allora, il paese natìo.

Il Diario è custodito presso il Comune di Monte Marenzo, raccolto una quindicina di anni fa dalla Biblioteca Civica (che ringraziamo, con l’Amministrazione, per averci concesso l’utilizzo del Diario), mentre i familiari (a cui pure va il nostro doveroso ringraziamento), ne conservano un’altra copia trascritta dallo stesso Sala. Il quale, fortunatamente, tornerà salvo dall’inferno della Guerra, riprendendo il proprio lavoro di tornitore nella bottega di Olginate e qui vivendo una lunga vita (muore nel 1974).

Le parole di Arturo sono state seguite con particolare partecipazione da parte del pubblico di ieri sera, in un silenzio tesissimo. Ogni parola era un ammonimento, uno schiaffo a chi parla con “inganno” della guerra. Più volte, nel Diario, Arturo Sala si rivolge all’ipotetico “lettore” con cui si sente in dialogo scrivendo le sue righe, come immaginasse che, in futuro, le sue memorie di quei giorni sarebbero state lette ed ascoltate e meditate, proprio come questa lettura scenica intendeva proporre.

Alla fine, tanti spettatori si sono complimentati con noi e molti hanno voluto sfogliare quel Diario, osservare la grafia minuta e ordinata di questo ragazzo che aveva frequentato solo la seconda elementare, ma la cui prosa, al di là della cronaca, è poetica e ricca di immagini suggestive.

Tra i complimenti degli spettatori, anche quelli dell’attore Carlo Arrigoni, che ha appena concluso il tour dello spettacolo “Il grande Capitano”, pure dedicato alla Grande Guerra, presentato anche qui a Monte Marenzo, da UPper e Biblioteca (https://www.unpaeseperstarbene.it/2015/il-grande-capitano-parla-di-pace/), nel centenario di quel 24 maggio 1915.

A conclusione di questo primo anno della memoria, la nostra Associazione UPper ha voluto proporre queste “Parole e canti della ‘gente comune’ in tempo di guerra”, in collaborazione con il Coro Chichecanta di Monte Marenzo.

Vogliamo ringraziare uno per uno i componenti della formazione diretta da Renata Tomasella: Andrea Alessio, Bianca Mazzucotelli, Cinzia Coccoli, Cristina Melazzi, Ina Tami, Luciano Ghezzi, Marco Samarati, Nadia Carminati, Pier Cattaneo, Renata Salacrist, Sergio Colombo e, alla fisarmonica, Jessica Cattaneo.

coroRingraziamo anche Chiara Burini che ha fornito un inquadramento storico-culturale riguardante i canti in tempo di guerra, Adriano Barachetti per le foto della serata (nella galleria qui sotto) e Alessandro Giacobbi per la documentazione video del “fuori programma”: https://youtu.be/jf9pzNR9Rzg (clicca sull’immagine per avviare il video)

 

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