Ricordate il ponte per Sarajevo?
Siamo in una guerra globale non dichiarata e che non vede uno spiraglio di pace. Ad orrori si susseguono esodi biblici e noi, sì proprio noi che stiamo scrivendo e leggendo, abbiamo paura di essere travolti, di farci più stretti per far posto ad altri alla tavola imbandita del nostro benessere. Anche si ci sono tante donne e uomini di buona volontà, non insofferenti alla parola “accoglienza”, è serio il rischio di diventare cinici e duri, come saranno i muri per i quali si sta preparando l’impasto di cemento armato in varie parti d’Europa.
Pensieri che mi hanno riportato a Monte Marenzo del 1994, nel campo sportivo. Una grande festa popolare promossa dalla Polisportiva e dal Comune, allegra, colorata, piena di musica e canzoni, per esprimere solidarietà e aiuto concreto sotto forma di raccolta fondi, a sostegno di Sarajevo capitale della Bosnia ed Erzegovina, sottoposta dal 1992 ad un durissimo e sanguinoso assedio. Come sappiamo la guerra in Bosnia culminò con il genocidio di Srebrenica nel luglio del 1995, dove i serbo-bosniaci massacrarono circa ottomila mussulmani.
L’anima di quella festa fu Don Renzo Scapolo, fondatore dell’associazione Sprofondo, per anni impegnato a promuovere e organizzare aiuti per la popolazione di Sarajevo. Marce della pace, ospitalità di profughi, numerosissime iniziative come quella di Monte Marenzo per raccogliere aiuti. Poi quattro anni e mezzo di permanenza a Sarajevo, che gli permisero di costruire moltissimo in termini di opere, ma soprattutto di fiducia in migliaia di persone, senza distinzione di nazionalità e credo.
Perché oggi non sappiamo ricreare quel clima di fratellanza e provare l’ebrezza di partecipare alle sorti del mondo come costruttori di pace, anche stando nella nostra piccola comunità?
Ringrazio Angelo Fontana per aver rovistato nel suo sterminato archivio fotografico e donato ai lettori di UPper le immagini della festa in quel lontano giorno del 1994.