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“Mutazione – Profondità in Superficie”, esce il primo Album di C’esco e i Musicanti di Brahma

Sui Social c’è l’annuncio che sta arrivando. Acquistabile da subito su Bandcamp e, dal 31 Maggio, su iTunes, GooglePlay, Spotify e su tutti gli store online! Le copie fisiche, invece, potete trovarle durante i concerti che ci saranno… ma noi lo abbiamo già!

18341095_1442685845793173_3227781353030287360_nE’ “Mutazione – Profondità in Superficie”, il primo Album di C’esco e i Musicanti di Brahma. A darmi il CD è il chitarrista della band, Massi Macs Deo che, insieme a Lele Panzeri, l’altro chitarrista, ha collaborato con noi di UPper per il teatro civile di “Io sono la mia opera” con le musiche degli Ouroborus.

E proprio ad un concerto di strada degli Ouroborus, tra le corti di Garlate, ho conosciuto C’esco, ovvero Francesco Bertoletti, autore delle musiche e dei testi di questo Album, che ha raccolto intorno a sé un gruppo di altri sette giovani musicisti validissimi ed eclettici. Insieme a C’esco hanno curato gli arrangiamenti e, dopo un anno di lavoro, dopo un anno di prove, cercando il sound giusto ed ascoltando, avvalendosi di un ottimo lavoro di Produzione (a cura di C’esco e di Stefano Fumagalli che ha curato anche il Mixaggio insieme a Dario Galbusera), ora possono farci apprezzare il frutto di questa ricerca musicale.

17201287_1391252627608130_3199252319091572692_nC’esco, voce della band, ha coinvolto in quest’avventura Alberto Freddi (violino), Massimo Deo (chitarra elettrca), Matteo Dell’oro (chitarra acustica, ukulele, cori), Matteo Canali (batteria e percussioni), Francesco Pelladoni (basso, didgeridoo, cori), Emanuele Panzeri (banjo, slide Guitar, bouzouki greco, strumenti etnici, cori) e Christian Cama (pianoforte).

L’album ha anche un sottotitolo: “Profondità in superficie” perché, come ci spiega C’esco, “Ho cercato di descrivere il mio modo di scrivere in due parole argomenti impegnati in ‘profondità’ con un linguaggio semplice, ‘in superficie’.

15285007_1285207761545951_4230542022699659619_nL’Album è curato nei minimi dettagli, già nella copertina, con la grafica curata da Nicolò Gerin e la foto di Davide Valsecchi che richiama la “Mutazione” nel volto di C’esco che è roccia e nuvole e paesaggio (o forse è il paesaggio a mutarsi nel volto di C’esco?). La profondità del cielo con le sue nuvole fa da sfondo all’interno del CD che contiene l’album con i testi e le belle foto di Roberto Marini che ritraggono i Musicanti di Brahma sul ponte di Brivio e sulle rive dell’Adda.

I “musicanti” vengono tutti da qui, dalle zone intorno a questo fiume. In auto percorro le strade che lo affiancano e ascolto il sound perfetto della masterizzazione (by Maurizio Giannotti). In ogni singolo brano possiamo apprezzare la bravura di tutti i musicisti.

E la musica piena e pulita non sovrasta l’importanza delle parole dei testi. Sì perché C’esco è un vero cantautore e in ogni brano sono le parole che fanno la differenza. A cominciare da “Macchia di Rosa”, che apre l’album con il suo rock potente e che rivela la filosofia di C’esco, più orientato a non subire la vita ma affrontandola “cercando nel nero una macchia di rosa”, convinto, come noi, che l’uomo, se vuole, sa volare…

Concetto ribadito nella successiva ballata “La forza”, un inno di questa generazione viva, anche “senza soldi per studiare né un lavoro per campare”, ma che ha la forza di sfondare ogni portone. E ancora nelle frasi di “Timore d’amore”, parole che richiamano la forza di essere sempre qui, sia nell’amore che nelle passioni.

17203167_1391254054274654_2330245244282100545_nLa musica cambia in “Orbitante”, una bellissima ninna nanna, con qualcuno che lassù, nel cielo, osserva le nostre vite differenti e confuse, per poi salire nuovamente in “Mutazione”, il brano che dà il titolo all’Album: la vita muta e cresce in ogni istante cogliendoci di sorpresa e ci vuole tempo per imparare. Forse il segreto per affrontarla è ripensare ai sogni che si faceva da ragazzi ed “essere l’autore del suono nel rumore”.

I pezzi si susseguono veloci e siamo già a metà album con “Pagante spettatore”, una metafora sull’impossibilità di capire la violenza e la guerra per arrivare invece a ciò in cui C’esco crede: “Credo nell’uomo”, uguale ma diverso e libero di vivere da uomo.

Ancora parole piene di senso e di poesia in “Semplicemente vivi”, senza distanze dal cielo, dal mondo, dal sole, dai sogni e da noi… E infine un omaggio ad un amico che ha lasciato un vuoto e con lui c’è ancora “Un discorso sospeso”.

Si ci sono anche 2 Ghost track, la prima a farsi viva si chiama “Dal vivo” e l’ultima “E se una notte per Vilnius”.

Un ottimo lavoro ragazzi. Bel lavoro davvero. Complimenti a C’esco e a tutta la band.

 

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