Storia di ferragosto: Monte Marenzo in un libro di Andrea Vitali
Non so a voi, ma a me Andrea Vitali piace. Non ho letto tutti i suoi libri (la sua iperproduzione è un ostacolo per uno che legge lentamente e a cui piace variare genere e Autori), ma posso dire che i suoi romanzi più importanti e anche parecchi racconti non mi hanno mai deluso.
A mio parere ha torto chi lo snobba come scrittore: “Ah, Vitali… sempre lo stesso genere…” e via con giudizi non proprio positivi. Ma se chiedi ai suoi detrattori se hanno letto questo o quel suo romanzo la risposta è sempre “No… non lo leggo più…”.
Beh, allora se non lo leggi come fai a giudicarlo? Mi chiedo. Boh.
Invece Vitali per me è uno spasso. Quelli che sono considerati i suoi limiti, il narrare episodi della provincia italiana e più esattamente le mille storie dei suoi personaggi che vivono o hanno vissuto, realmente o nella finzione narrativa, in quel di Bellano, paese dello scrittore, sono invece espedienti per approfondire l’animo e il carattere di tutti noi, uomini e donne con gli stessi difetti e le stesse generosità.
Allora mi capita a volte di acquistare un suo libro e godermelo d’estate sotto il pergolato del kiwi e sorridere delle vicende della signorina Tecla o a quelle del meccanico Landrù che si muovono tra l’imbarcadero e la canonica di Bellano.
E Monte Marenzo che c’entra?
C’entra. Anche se in modo marginale.
Ho tra le mani uno degli ultimi romanzi di Andrea Vitali: “Le mele di Kafka”. Lo ha scritto l’anno scorso e a pagina 21 dell’edizione Elefanti Bestseler Einaudi, trovo un personaggio (minore, certo, ma anche lui fondamentale nella storia), il Rodigatti, che Andrea Vitali dice di essere “delle parti di Calolziocorte, Monte Marenzo” per l’appunto, e che a Bellano “andava e veniva in motoretta”…
Cavolo! Ho letto bene? Sì, proprio Monte Marenzo c’è scritto. E il Rodigatti è il socio di uno dei protagonisti del libro, l’Abramo Ferrascini che con lui fa coppia nei tornei di bocce. Il Rodigatti (sempre il cognome, il nome non lo sappiamo), che “non beve, solo spuma”, e che “aveva una moglie brutta come il peccato e sei figli. Faceva il muratore e aveva un occhio così preciso che non aveva bisogno del filo a piombo per tirar su dritto un muro”… Uno con una dote così è il miglior accostatore di bocce per il Ferrascini…
Il libro me lo sono letto tutto in un baleno e mi è piaciuto (ancora una volta Vitali non mi ha deluso). Ma rimane la curiosità di sapere come mai lo scrittore ha pescato Monte Marenzo dalla sua personale carta geografica.
Forse Vitali si è ricordato di quella remota serata passata qui da noi, in Biblioteca a Monte Marenzo (il 14 Novembre 2003, era un venerdì alle ore 21.00), quando ebbi il piacere di presentare l’Autore (ancora non famosissimo) e di leggere una pagina del suo romanzo “Una finestra vistalago”. Oppure nell’altra occasione (questa volta di lunedì, il 24 ottobre 2005) per la rassegna “Incontri ravvicinati -Scrittori in Biblioteca” con il suo “La figlia del podestà”.
Monte Marenzo nel libro di Vitali c’è finito ovviamente per un altro motivo, ma sarebbe bello che la Biblioteca lo invitasse ancora (Andrea Vitali ha un altro pregio, è cordialissimo e non è affatto presuntuoso), per un altro “Incontro ravvicinato” ed avere così il piacere di seguire le sue storie e di ascoltare la sua versione dei fatti…
Daniela, te lo consiglio.
Marilena, tua mamma è stata sempre avanti!
Sivio, ti invito di sicuro!
Ciao e buon ferragosto a tutti.
e pensare che mia mamma lo scorso anno a 92 anni se li è letti i libri di Vitali con il suo piccolo kindle e le sono piaciuti tanto
Sergio, alla serata con Vitali, quando ci sarà, vengo di corsa. Mi piace quello che hai scritro e lo condividissimo!
Dai! Sergio anche a me Vitali piace molto. Il racconto della gente di provincia merita veramente! Li ho letti quasi tutti e ce li passiamo fra amiche! Ma questo ultimo me lo sono persa. Mi sono fermata alla suora storta! Ciao e buon ferragosto!