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Vaccinazione Covid 19 e disabilità grave: chi ci pensa?

Gerolamo Fontana, responsabile della UILDM della provincia di Lecco, lancia questo appello affinché i disabili gravi non vengano dimenticati dalla campagna di vaccinazione per il Covid 19.

Condivido il forte grido di allarme lanciato dall’amica Beatrice Vola, sottoscritto anche dalla UILDM di Sondrio e da altre associazioni di quel territorio.

La campagna di vaccinazioni per il Covid 19, tra tutte le sue difficoltà e ritardi, registra un silenzio grave e preoccupante sulla sorte delle persone affette da gravi disabilità. Le più fragili tra le persone fragili, le più esposte ad avere conseguenze drammatiche in caso di contagio.

Mio figlio Fabrizio convive con la distrofia di Duchenne, ma ha la fortuna di lavorare presso la ATS Lecco Brianza. Pertanto, è stato vaccinato e ha potuto riprendere la sua attività dopo un anno di reclusione in casa (e qui devo dire un grande grazie ai suoi dirigenti per la sensibilità dimostrata).

Fatta questa doverosa precisazione, come responsabile UILDM della provincia di Lecco, devo farmi carico di tanti ragazzi con la distrofia e dei loro genitori che quotidianamente mi chiedono quanto dovranno aspettare per essere vaccinati. Non ho risposte, perché nessuna informazione è stata data al riguardo.

Chiedo con forza che le persone con gravi disabilità siano inserite nelle categorie con priorità per la vaccinazione. Ricordo che di frequente sono in giovane età e sofferenti di pluripatologie, pertanto più a rischio di conseguire gravi danni da un contagio Covid.

Inoltre, voglio sottolineare un altro aspetto di cui non si parla.

Anche i genitori, i famigliari di persone disabili gravi, che svolgono il fondamentale lavoro di cura, di assistenza h24, di Caregiver come si usa dire desso, ritengo debbano essere contestualmente vaccinati.

Penso di non chiedere una cosa fuori dal mondo. Altro non sarebbe che lo stesso criterio adottato nei Centri Diurni e Residenziali per Disabili, dove in questo momento si stanno vaccinando gli ospiti (tutti portatori di gravi disabilità) e tutti gli operatori che li assistono.

Il sottoscritto, e come me tante famiglie, che hanno avuto la forza e la possibilità di non ricorrere al ricovero del proprio caro in una struttura d’accoglienza, non devono essere penalizzate rispetto alle campagne di prevenzione del Covid 19, ma prioritariamente aiutate a mantenere il benessere del nucleo familiare.

Confido che questo appello possa essere preso in considerazione da quanti hanno il compito di programmare la campagna vaccinale e, nel contempo, sostenuto da quanti hanno a cuore la solidarietà verso le persone fragili delle nostre comunità.

Gerolamo Fontana

Responsabile UILDM della provincia di Lecco

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