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Noi (R)Esistiamo. Una legge per i diritti non è mai una legge per pochi

Anche la nostra Associazione culturale UPper Monte Marenzo ha aderito al presidio di sabato 30 ottobre in Piazza Cermenati a Lecco, organizzato da Associazione LGBT+ diritti della provincia di Lecco che lotta per i diritti e le dignità delle persone,  contro il voto parlamentare di mercoledì 27 ottobre, che di fatto sancisce il blocco del DDL Zan.

Quel voto rappresenta un arretramento culturale per l’Italia, con i suoi rappresentanti che scelgono di non difendere i più fragili e vulnerabili e perdono l’occasione di portare il Paese su una strada di maggiore civiltà.

E’ utile chiarire che il DDL Zan prevedeva di inasprire pene e sanzioni per i casi di violenza e discriminazione per motivi di genere, sesso, disabilità e orientamento sessuale. L’inasprimento delle pene e un nuovo quadro normativo servirebbero a tutelare maggiormente queste persone.

Ieri in piazza a Lecco si è manifestato con decine di altre Associazioni della provincia (qui gli aderenti ) per continuare la battaglia contro tutte le discriminazioni, per creare una società più giusta, equa e solidale.

Su molti cartelli la frase “VERGOGNA, NOI (R)ESISTIAMO”, un gioco di parole per dire che tutti hanno diritto di ESISTERE e di manifestare i propri sentimenti senza essere discriminati e oggetto di odio, e al contempo per dire che si intende RESISTERE, opponendosi e reagendo contro chi, in Parlamento, si è nascosto dietro al voto segreto ( e le esultanze sguaiate VERGOGNA) per negare questi diritti.

Un altro cartello ricorda che “una legge contro l’odio non toglie libertà a nessuno” e lo striscione arcobaleno del Sindacato della CGIL giocava invece sul diritto dei sentimenti: “Sull’amore non sindachiamo”.

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Alla manifestazione ha partecipato la nostra Cinzia Mauri. Ecco le sue impressioni e l’intervento che aveva preparato in rappresentanza della nostra Associazione.

Ieri alle 16 a Lecco, in piazza Cermenati, c’è stata la manifestazione di protesta per l’affossamento del DDL Zan. All’inizio pioveva ma la gente era veramente tanta e di tutte le età. Moltissimi i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori con cartelli scritti a mano con slogan significativi. E poi adulti, genitori, famiglie con bambini, forse anche famiglie arcobaleno (ma poi che differenza c’è? Sono “solo” famiglie più coraggiose), nonni, anziani e poi le associazioni e i partiti. Tanti gli interventi al microfono, anche se forse per problemi di pioggia l’impianto voci era minimo e si faceva molta fatica a sentirli. Quando ha smesso di piovere c’è stato un breve flashmob: tutti hanno alzato il cartello VERGOGNA! NOI  ( R )ESISTIAMO.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la presenza di tanti ragazzi e ragazze, che si sentiva avevano proprio la voglia di esserci, di mostrare le proprie idee, anche facendo fotografare i propri cartelli, rendeva visibile un mondo colorato e pieno di diversità e ricchezza, dove solidarizzare è una cosa normale, un mondo totalmente sganciato dal Parlamento e dalle scelte vili fatte solo per tornaconto partitico. Ma mi ha colpito molto, anche, quando i fotografi dei giornali hanno fotografato la piazza durante il flashmob, la frase piena di preoccupazione detta da una ragazza che avevo vicino, all’amica di fianco:  “dici che mi hanno fotografata? Se va sui giornali e mio padre vede che ero a questa manifestazione mi ammazza”. Questo purtroppo ha ridimensionato l’ottimismo, facendo capire quanto  ancora ci sia molto da fare.

DIRITTI: Una legge per i diritti non è mai una legge per pochi

Ci siamo sforzati di farlo, ma non riusciamo a capire chi non riesce a sentire come suoi i diritti degli altri. I diritti delle minoranze. Non riusciamo a comprendere chi, nei diversi periodi storici, con diverse motivazioni, spesso scomodando motivi religiosi, ha fatto e fa resistenza ai cambiamenti, alla conquista dei diritti di alcuni: dei neri, delle donne, delle minoranze etniche e religiose, delle popolazioni native, delle persone portatrici di handicap. Vediamo solo che nella storia c’è sempre stato qualcuno che si è battuto per i diritti, anche non suoi, e qualcuno che avrebbe voluto conservare la situazione esistente. Forse per mancanza di empatia o per incapacità di immaginare un modo diverso di vedere le cose, forse per tornaconto personale o forse per ignoranza o magari per propaganda politica o per malafede.

Queste persone contrappongono i diritti di alcuni ai diritti di altri e non capiscono che non si tratta di contrapposizione ma di accrescimento. Quando vengono conquistati nuovi diritti è un arricchimento per l’intera società, quando vengono persi è una perdita per tutti. 

Parlare in parlamento di diritti, presentare un disegno di legge che li difende non è una perdita di tempo. Siamo quel che siamo perché qualcuno prima di noi ha  “sprecato” del tempo per lottare e legiferare in materia di diritti.

Perdita di tempo è dover rimandare le discussioni,  stare dietro ai capricci di chi pensa di essere costantemente in campagna elettorale e  di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità per correre dietro ai sondaggi.

Prima presentando un numero infinito di emendamenti e poi non permettendo il passaggio all’esame degli articoli, nascondendosi (senza vergogna) dietro al voto segreto, non vergognandosi di utilizzare una legge che ha come scopo la difesa dei diritti delle persone come strumento per dimostrare la propria forza e la propria esistenza in parlamento.

Una vergogna nei confronti di chi questa legge doveva tutelare e dei cittadini tutti e una vergogna nei confronti degli organi costituzionali.

Non capirlo è incredibile e sconcertante.

Non arrendiamoci, siamo tanti, continuiamo la battaglia con impegno.

Cinzia Mauri

 

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