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“l’invenzione genial del cruciverba”

Andrea Mangione ci invia un piccolo articolo sulla presentazione organizzata dalla nostra Associazione UPper e dalla Biblioteca di monte Marenzo del libro “L’uomo delle parole incrociate” con l’autore Giorgio Spreafico che ringraziamo.

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E’ difficile definire in una semplice definizione la serata di venerdì con Giorgio Spreafico.

Sulla locandina la definimmo una “semplice” presentazione del suo libro “L’uomo delle parole incrociate” ma, in realtà, è stato molto di più.

La serata è stata infatti una piccola conferenza sulla storia dell’enigmistica, partendo dall’antico Egitto (con il primo rebus della storia) fino al 1800.

Ma è stata anche un momento di svago (e di sfida) per i partecipanti alla serata col tentativo (a volte vano) di risolvere le sciarade e i rebus creati nell’arco dei secoli e ottimamente spiegati dall’autore.

E’ stato poi un viaggio alla scoperta di Lecco e dei comuni adiacenti ad esso nel XVII secolo (quelli che, per intenderci, sono gli attuali quartieri del comune capoluogo).

Ed è stata infine una (ri)scoperta di un uomo, Giuseppe Airoldi, il vero creatore delle parole crociate, lecchese di origine (precisamente di Castello, allora comune indipendente) e che, senza l’esaustivo lavoro dell’autore, sarebbe rimasto ai più sconosciuti, ad esclusione di un momento di effimero successo nel 1960, quando venne riscoperto dalla stampa (a tal data risale il monumento a lui dedicato sito oggi nel giardino di palazzo Belgiojoso a Lecco).

Ed è proprio da questo punto che parte un mio piccolo sogno.

Che Airoldi possa ottenere la fama che giustamente gli spetta e che possa essere riconosciuto se non unico inventore delle parole crociate almeno un ideatore delle stesse assieme a Arthur Wynne, l’americano a oggi riconosciuto come unico inventore, facendolo così uscire dall’oblio dove ingiustamente è stato relegato.

Vorrei chiudere questo breve articolo con una poesia, letta dallo stesso Spreafico, scritta da Alberto Cavaliere e letta al Gazzettino Padano Rai il 7 aprile 1960 e dedicata ad Airoldi.

Andrea Mangione

Lasciate, cari miei, ch’io vi confermi

che alla radio, al barometro, alla pila,

a quell’arnese atomico del Fermi

che ha dischiuso le strade del Duemila,

si aggiunge un’altra superba invenzione,

di cui l’Italia va tanto superba:

l’invenzione genial del cruciverba

ch’oggi ha trovato tanta diffusione.

            Lasciate che al Marconi e al Galilei

            e a tanti altri inventori da tre soldi

            oggi fiero e commosso amici miei

            s’unisca il nome di Giuseppe Airoldi

            che precursore d’un età futura

            seppe dar tanto impulso alla cultura.

E’ lui difatti che inventò il principio

del cruciverba e – fatto sintomatico

e al tempo stesso quanto mai simpatico-

era impiegato presso il municipio.

Come avrà fatto a far quell’invenzione

col… poco tempo a sua disposizione?

            Le pratiche dormivano tranquille,

            Airoldi interrogava le sibille.

            E se Alessandro Volta era il grand’uomo

            che dava lustro alla città di Como

            Lecco del lago su quell’altro ramo

            dice <<Il grand’uomo pure noi l’abbiamo>>.

E’ giusto che tra un anno il centenario

del lodato inventor del cruciverba

non soltanto si celebri sul Lario

ma alla memoria che di lui si serba

facciano omaggio tutti gli italiani

applaudendo quel nome a piene mani.

            Ma soprattutto gli impiegati

            posson ben dire <<Illustre confratello

            se non era per te, pel tuo cervello,

            come faremmo miseri mortali

            in questi uffici ad ammazzar le ore

            noi tutti dagli uscieri al direttore?>>

            Onde attraverso il radio – gazzettino          

            ti trasmettiamo un bacio ed un inchino”

Giorgio Spreafico

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