Le difficoltà della Bettini. Continua la nostra inchiesta sul mondo del lavoro
Continua la nostra inchiesta sul mondo del lavoro nel nostro territorio.
Abbiamo raccolto notizie su una delle più importanti Aziende presenti sul territorio di Monte Marenzo: la Bettini S.p.A., una storica Azienda che si sviluppa su un’area complessiva di oltre 32 mila mq in località Levata, ai confini con il territorio di Cisano Bergamasco.
La Bettini è un’azienda che opera in due settori:ceramica e meccanica.
A causa della crisi che ha colpito negli ultimi anni, in maniera pesante, il comparto tessile, comparto dove operano la maggior parte dei clienti della Bettini, l’azienda ha visto ridursi il suo fatturato in maniera significativa arrivando a fatturare nel 2009 la metà di quanto fatturato nel 2008.
Anno tra l’altro, quello del 2008, non tra i migliori della storia della Bettini.
Nel 2010 c’è stata una inversione significativa, con un recupero parziale dei volumi produttivi e relativo fatturato. Si è però ancora distanti dal raggiungere gli stessi livelli del periodo pre crisi.
Per ridurre il più possibile gli effetti di questa situazione negativa sul personale dipendente, si è fatto largo uso degli ammortizzatori sociali: Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria, Deroga e utilizzo della mobilità su base volontaria, per favorire il collocamento delle persone in altre aziende. Attualmente il numero di occupati è pari a 93 persone a fine 2008 erano in 133.
L’ammortizzatore che si sta utilizzando in questa fase è la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, che vede coinvolti un numero massimo di 40 unità per la durata di un anno con termine il 5 dicembre 2011.
Per i lavoratori coinvolti negli ammortizzatori (CIGS-CIGO-Deroga), vuol dire percepire una cifra da parte dell’INPS per il periodo non lavorato pari a 906,80 euro lordi mensili, a cui bisogna sottrarre le trattenute previdenziali e le trattenute fiscali, per cui quello che rimane in tasca è una cifra più bassa.
Anche per questa ragione le Organizzazioni Sindacali e le RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) presenti in azienda hanno sempre chiesto e continuano a chiedere, a volte non ascoltati, di effettuare la rotazione del personale in modo da ridurre il più possibile l‘impatto negativo sui lavoratori.