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8 marzo al museo della seta di Garlate. Una riflessione sul filo di testimonianze e canti

8marzo_DEFIeri, giornata internazionale della donna, abbiamo assistito ad un pomeriggio speciale con alcuni nostri amici di Monte Marenzo (e non solo) al Museo della seta di Garlate (clicca sul volantino per ingrandire il programma).

Prima le visite guidate a cura della Cooperativa  Liberi Sogni e poi, dopo il saluto dell’Assessore alla cultura Mattia Morandi per l’Amministrazione di Garlate, una riflessione sul filo di testimonianze e canti a cura di Cristina Melazzi, con la partecipazione del coro Chichecanta diretto da Renata Tomasella.

Abbiamo chiesto a Cristina di raccontarci come è andata. La ringraziamo per l’articolo che ci ha inviato.

 

Si può anche cominciare dalla fine: dalla ‘Mariettina’ a più voci, intonata da Chichecanta, ma poi via via accompagnata dal coro improvvisato del pubblico (sia signore che signori), invitato ad unirsi al facile canto, quasi per riprovare e ritrovare la sonorità di quello che doveva essere il ‘cantare in filanda’.

In filanda, del resto, si era davvero, ieri, nel bel pomeriggio di sole che il Museo della seta di Garlate (ex filanda Abegg) ha voluto dedicare, per l’8 marzo, alle donne: con un pensiero particolare proprio alle tantissime che, anche dalle nostre parti, vi lavoravano.

Il canto, negli opifici della trattura della seta, era normalmente consentito perché facilitava la concentrazione sul lavoro (mentre era esplicitamente ‘proibito parlare’) e forse, nelle intenzioni della direzione, questa concessione poteva in qualche modo compensare e nobilitare la fatica imposta alle lavoranti.

Senza dubbio per le ragazze e le donne di filanda – operaie sì, ma anche contadine – il cantare tutte insieme, così come era consuetudine nella quotidianità e nelle occasioni legate all’attività agricola, costituiva un’àncora di salvezza in quelle interminabili giornate tra le mura dello stabilimento o percorrendo i lunghi tragitti a piedi tra casa e fabbrica, all’alba o a sera tardi.

Proprio seguendo ‘il filo’ di canti e testimonianze raccolte, in anni passati, tra ex filandiere, ho provato a invitare ad una riflessione attorno alle ‘ambivalenze’ della filanda: cioè alla compresenza di elementi diversi, anche contradditori, che caratterizzavano l’esperienza di tante donne, protagoniste dirette del passaggio dall’economia agricola a quella industriale.

Così abbiamo citato, tra le altre, alcune testimonianze di filandiere di Monte Marenzo, riportate anche nel libro della Biblioteca sul paese, ed abbiamo rivisto alcune immagini ‘storiche’: la raccolta dei bozzoli e le lavoranti della filanda Barachetti, in un piccolo gruppo dove giovanissime e donne si possono riconoscere una ad una e poi nella grande foto che raduna tutte quante le maestranze, dalle filandiere ai fuochisti, fino al direttore e all’imprenditore.

Proprio su questa immagine ho voluto chiudere l’incontro, dedicato a donne che non ci sono più, mentre tanti potrebbero essere i pensieri sulle donne dei nostri giorni. Ma ci conforta la convinzione che riflettere sul passato può aiutare a considerare con meno superficialità anche il presente.

Così è apparso di sorprendente attualità un canto di protesta, trasmesso da Ida Redaelli, una ex filandiera di Oggiono nata nel 1894, raccolto da Massimo Pirovano (etnografo e antropologo, direttore del Museo Etnografico dell’Alta Brianza), in cui le operaie reclamavano la giusta paga, a fronte delle scuse del direttore a tirare in lungo per ‘fa’ l’interès’.

Come si diceva all’inizio, l’incontro si è concluso in bellezza, e in canto, con Chichecanta, a cui si è unito il pubblico con questa ‘Mariettina’ dell’8 marzo 2015 alla ex-filanda Abegg: una riflessione e qualche canto, ad onorare la memoria di tante ragazze e donne, passate da questa o da altre filande.

tusanAncora ai Canti e alle donne è dedicata la serata di martedì 10 marzo, a Villa Bertarelli di Galbiate (ore 20.45), con un concerto del Canzoniere Popolare della Brianza, a favore di Telefono Donna di Lecco.

 

Nelle immagini, a cura di Sergio Vaccaro, alcuni momenti del pomeriggio presso il Museo della Seta Abegg.

 

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